Quanti e quali sono i sussidi ambientalmente dannosi?
(Rinnovabili.it) – L’impegno per l’ambiente dell’Italia non sta migliorando, perlomeno non sotto il profilo degli aiuti e degli incentivi a settori come agricoltura, energia e trasporti. A rivelarlo è la seconda edizione del catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) e favorevoli (SAF) pubblicato ieri dal MinAmbiente. I numeri parlano da soli: nel 2017 (l’anno a cui si riferisce l’ultima pubblicazione) l’Italia ha sostenuto con 19,3 miliardi di euro misure come agevolazioni, finanziamenti o esenzioni con un impatto negativo su risorse naturali, biodiversità e clima, a fronte 15,2 miliardi di euro in sussidi pro ambiente. Ma a preoccupare è anche un altro dato: l’incremento, da un anno all’altro, unicamente della voce SAD che nel 2016 raggiungeva invece un totale di 16 miliardi di euro.
La parte più corposa degli incentivi analizzati, e che hanno impatti significativi sull’ambiente, è ovviamente associata al settore energetico. Dei 19,3 miliardi di euro di sussidi ambientalmente dannosi forniti nel 2017, ben 16,8 miliardi erano aiuti dedicati al comparto fossile: si va dall’esenzione dall’accisa sui prodotti energetici impiegati come carburanti per la navigazione alla franchigia sulle aliquote di prodotto della coltivazione di gas naturale e petrolio (royalties), dai fondi per ricerca, sviluppo e dimostrazione per il carbone alle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia elettrica (leggi anche Soldi pubblici alle fonti fossili: così in Italia paghiamo 18,8mld l’anno).
“Molti Paesi, oltre l’Italia, fanno ancora un utilizzo significativo di sussidi ambientalmente dannosi. Per questo sono importanti gli impegni G7 e G20 per la rimozione dei sussidi alle fonti fossili entro il 2025 – ha commentato ieri il ministro Sergio Costa – “Con questo secondo catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, il Minambiente prosegue nel suo impegno di fornire ai cittadini, alle imprese e agli studiosi un importante strumento di conoscenza, al Parlamento e al Governo un importante strumento di conoscenza ma anche di decisione. Il catalogo ha fini conoscitivi: a noi la responsabilità di trarne le conclusioni e agire”.