I dati di uno studio scientifico parlano di un eccesso di energia assorbita dalle superficie marine
(Rinnovabili.it) – Il surriscaldamento globale ha aumentato le temperature dei mari per l’equivalente di una esplosione atomica al secondo negli scorsi 150 anni. Questa l’immagine (terrificante) con cui il Guardian ha provato a spiegare i risultati di un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences).
I dati raccolti dai ricercatori parlano di un incremento di 436×10²¹ Joules dal 1871, il corrispettivo di un’esplosione al secondo di un ordigno nucleare analogo a quello sganciato sulla città di Hiroshima al termine della seconda guerra mondiale o approssimativamente 1.000 volte il totale dell’energia consumata dall’umanità ogni anno.
Lo studio, titolato “Global reconstruction of historical ocean heat storage and transport”, ha messo in evidenza come oltre il 90% dell’eccesso di energia prodotta sul pianeta venga assorbito dai mari e solo in piccole percentuali dalla terraferma e dalle superfici ghiacciate. Di qui il surriscaldamento degli oceani, il rischio d’innalzamento del livello dei mari e l’aumentata violenza di uragani e tifoni.
Un’energia che gli oceani tendono a immagazzinare nelle profondità marine; ambienti su cui esistono dati scientifici rilevanti solo a partire dagli anni ’50 e che rappresentano quindi un orizzonte di studi cruciale per comprendere le future evoluzioni del fenomeno.
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Lo studio offre anche una nuova prospettiva riguardo l’innalzamento dei mari: i dati raccolti negli ultimi 60 anni mostrano come oltre la metà del surriscaldamento e del conseguente innalzamento del livello del mare nell’oceano Atlantico è da imputare al cambiamento delle correnti oceaniche. Al momento gli studiosi non possiedono informazioni sufficienti per attribuire simili cambiamenti all’attività umana. “Futuri mutamenti negli spostamenti oceanici potrebbero avere importanti conseguenze per l’innalzamento del livello del mare in determinate regioni e per il rischio di inondazioni costiere – spiegano gli autori della ricerca – Comprendere il surriscaldamento degli oceani e il ruolo delle correnti marine diviene la chiave per predire i futuri cambiamenti climatici sia a livello locale che globale nonché l’eventuale innalzamento dei mari”.