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Summit ONU per l’azione climatica, si cerca una nuova speranza

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Credit: UN (CC BY-SA 3.0)

 

Più di 30 Capi di Stato saliranno sul palco del Summit Onu per l’azione climatica presentando i nuovi impegni nazionali

(Rinnovabili.it) – Tutto è pronto a New York per accogliere uno dei più attesi vertici sul climate change dopo la celebre COP 21 di Parigi del 2015. Mentre proseguono gli scioperi e le manifestazioni dei più giovani, oggi nel Palazzo di Vetro si aprirà il Summit ONU sull’azione climatica (Climate Action UN Summit), l’incontro indetto dal segretario Generale della Nazioni Unite, Antonio Guterres, per tentare di riallineare gli impegni nazionali con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. La scelta di non aspettare la prossima Conferenza delle Parti (la COP 25 in Cile) per analizzare gli sforzi messi campo, è stata dettata dal precipitare degli eventi. Gli ultimi dati sul riscaldamento globale mostrano, infatti, un’accelerazione degli impatti e trend d’evoluzione più veloci di quanto stimato in precedenza. In un solo anno, dalla presentazione del report IPCC a oggi, la situazione globale appare ulteriormente aggravata e le promesse di lotta al climate change dei leader politici risuonano come parole vuote e astratte.

 

Perché gli NDC vanno rivisti?

In base accordo climatico, tutti Paesi firmatari hanno dovuto stilare un documento contenente i rispettivi Contributi determinati a livello nazionale (o NDC), vale a dire le azioni che ciascuno avrebbe messo in campo per ridurre le emissioni, favorendo adattamento e mitigazione. Attualmente, tuttavia, esiste un divario molto ampio tra gli impegni climatici nazionali e ciò che sarebbe necessario realizzare per limitare l’aumento delle temperature terrestri a più 2°C. In questo senso, il Summit ONU per l’azione climatica dovrà mostrare la volontà dei Capi di Stato di incrementare gli sforzi degli NDC e accelerare la decarbonizzazione delle loro economie (leggi anche Decarbonizzazione globale: gli sforzi vanno moltiplicati per sette). 

 

Non tutti i Paesi, però, saliranno sul palco. Il programma odierno comprende circa una trentina di interventi tra cui quello del presidente francese Emmanuel Macron, del cancelliere tedesco Angela Merkel e del primo ministro britannico Boris Johnson. Come spiegato dal vice segretario generale ONU, Amina Mohammed, l’organizzazione ha dovuto selezionare i Piani nazionali più “audaci”. “È stato difficile” ha commentato Mohammed. “Lunedì vedremo chi si sta impegnando e come appare la leadership climatica”.

 

Difficile anticipare l’esito del vertice. L’attesa si concentra soprattutto sui due grandi Paesi asiatici ma le premesse non sono delle migliori: l’India ha già dichiarato, infatti, di non essere in grado di migliorare il suo Contributo determinato, lasciando parecchi dubbi su ciò che il primo ministro Narendra Modi consegnerà al Summit. Anche per la Cina, rappresentata per l’occasione dal ministro degli Esteri Wang Yi, le indicazioni sono poco chiare.

Non mancano, ovviamente, anche i grandi assenti. Il presidente americano Donald Trump, il brasiliano Jair Bolsonaro e l’australiano Scott Morrison non prenderanno parte al vertice e per problemi interni anche il presidente del Sud Africa, Cyril Ramaphosa, ha dato forfait.

 

 

Dal canto suo, l’ONU ha promesso di fare la sua parte, aumentano la pressione e l’aiuto per i Paesi. Ciò include l’annuncio dell’iniziativa Climate Action for Jobs da parte dell’Organizzazione internazionale del lavoro, insieme a Spagna e Perù. E per il numero uno delle nazioni Unite i segnali positivi ci sono.  Vedo un nuovo slancio”, ha affermato Guterres. “Credo in questi ultimi mesi [ci sia stata] una svolta. Sei mesi fa, devo dirvelo, ero abbastanza pessimista su tutto. Non vedevo alcun movimento, ora ne vedo molto e dobbiamo potenziarlo”.

Il Segretario Generale ha chiesto esplicitamente alle nazioni di arrivare a New York con qualcosa di concreto, ma il vertice non rappresenta una medicina miracolosa. L’inviato speciale delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico Luis Alfonso de Alba ha affermato che il Climate Action UN Summit non sarà sufficiente a colmare il divario con il livello di ambizione necessario per mantenere la crescita delle temperature a 1,5 ° C. Ma ha aggiunto: “Se non avessimo incoraggiato i Paesi a iniziare a lavorare sui loro [piani climatici] attraverso questo vertice, avremmo avuto impegni molto più bassi l’anno prossimo”.

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