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Studenti querelano Harvard: “Investe nei combustibili fossili”

Studenti querelano Harvard Investe nei combustibili fossili

 

(Rinnovabili.it) – Harvard investe nei combustibili fossili? E noi la denunciamo. Lo ha deciso un gruppo di studenti della celebre università di Cambridge, nel Massachussets. Delusi dal rifiuto dell’ateneo privato di privarsi delle quote di investimento nelle energie tradizionali, sette ragazzi, tra studenti e laureandi in legge, hanno deciso di andare oltre alla semplice protesta, rivolgendosi direttamente alla giustizia. Si sono appellati alla Suffolk County Superior Court, accusando la preside, Drew Gilpin Faust, di una cattiva gestione dei fondi di beneficienza. Hanno prodotto una denuncia di 11 pagine, corredata da altre 167 recanti le prove a raccolte. I “magnifici sette” chiedono alla corte di costringere Harvard a disinvestire tali quote in nome degli studenti e delle future generazioni.

 

La scorsa primavera, la preside di Harvard ha rilasciato una dichiarazione in cui prendeva atto della gravità di un fenomeno come il cambiamento climatico, promettendo che l’ateneo avrebbe integrato «fattori ambientali, sociali e di governance» nei suoi investimenti. Ma gli studenti hanno manifestato scetticismo riguardo agli impegni, giudicandoli una scusa nel tentativo di cercare una via d’uscita dalle polemiche. Sostengono che siano ancora troppo pesanti gli «investimenti intenzionali in attività enormemente pericolose».

 

L’impianto accusatorio non è facilmente sostenibile in un processo, ma i querelanti sperano di incappare in un giudice sensibile alle tematiche in modo da ottenere una interpretazione estensiva della legge. Si ispirano alla denuncia John Bonifaz, un laureato che negli anni ’90 aveva portato Harvard a processo nel tentativo di rendere pubblici i meccanismi di assunzione dell’università. Il giovane perse la causa, ma ottenne quel che voleva: l’ateneo dovette modificare le consuetudini per evitare figuracce. Il tentativo è di esporre quindi i vertici di Harvard al pubblico ludibrio attraverso un processo, di cui ai sette studenti l’esito importa relativamente.

La giustizia statunitense, infatti, si muove con cautela sulle cause che riguardano i cambiamenti climatici, considerandoli materia squisitamente politica e perciò fuori dal proprio raggio di influenza.

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