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Stop alle grandi opere per fermare le ecomafie al Nord

Le ecomafie in Nord Italia puntano su rifiuti e cemento. Per fermarle, secondo Legambiente va chiusa per sempre l’era delle grandi opere

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(Rinnovabili.it) – Le ecomafie al nord agiscono da tempo, sono ben radicate, e si nutrono soprattutto di rifiuti e cemento. Lo dimostra l’istantanea scattata da Legambiente venerdì scorso a Torino durante l’evento Fa’ la cosa giusta!. Il convegno “Ecomafie al nord: conoscere i sintomi per creare anticorpi” ha tracciato un quadro desolante: la Liguria è la prima regione dell’area per illeciti ambientali, con 1.526 infrazioni accertate. La Lombardia, con 419 denunce e 262 infrazioni, primeggia invece nel ciclo illecito del cemento. Nel complesso, nelle regioni del Nord solo nell’ultimo anno si sono registrati ben 5.608 episodi di criminalità ambientale, che hanno portato a 1.432 sequestri, 6.152 denunce e 30 arresti. Una buona parte dei reati si concentrano nel ciclo del cemento, con 1.097 infrazioni, e in quello dei rifiuti con 1.376.

 

«Le ecomafie dunque non conoscono crisi – spiega l’associazione ambientalista in un comunicato stampa – Come sempre più inchieste testimoniano, non sono certo prerogativa del Sud Italia, perché hanno trovato terreno fertile nell’economia del Nord del Paese: Minotauro, San Michele, Mose, sono solo alcune delle grandi inchieste che hanno acceso i riflettori sulla presenza degli ecocriminali al Nord».

Secondo Laura Biffi, dell’osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente, «le ecomafie in questi territori non sono una novità, anzi appaiono ben radicate da almeno 30 anni. Che gli appalti, specie nel ciclo del cemento, e il perverso rapporto voti-favori con la politica locale fossero diventati il core business delle famiglie mafiose in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna era noto. Solo che, a Torino come a Milano, mancavano ancora le indagini e le sentenze».

 

Stop alle grandi opere per fermare le ecomafie al NordL’associazione del cigno verde non ha mancato di sottolineare come sia necessario prestare una particolare attenzione al ruolo delle grandi opere come catalizzatori di criminalità organizzata. Il Tav e il Terzo Valico prestano il fianco alle infiltrazioni della ‘ndrangheta.

Per fermare il prosperare di corruzione ed ecoreati al Nord, Legambiente propone di mettere una pietra tombale su opere mastodontiche e inutili la Torino-Lione, creare commissioni di controllo specifiche, cancellare il sistema del general contractor (pericoloso sistema in cui la socializzazione delle perdite e la corruzione sono all’ordine del giorno) e stilare un elenco di opere davvero strategiche per la collettività. L’associazione ambientalista traccia la via d’uscita dal sistema delle grandi opere, partendo innanzitutto dall’approvazione della Delega Appalti che cancella la Legge Obiettivo, grazie alla quale vi è la possibilità di evitare diversi passaggi (e controlli) per i progetti definiti “strategici”.