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Stop glifosato: i cittadini europei sfidano l’agribusiness

Stop glifosato: così i cittadini europei sfidano l'agribusiness

 

(Rinnovabili.it) – Si sono riuniti in piazza a Roma, Madrid, Bruxelles, Berlino, Parigi e altre città europee, sventolando un’unica bandiera: quella che recita “Stop Glifosato”. Sono le organizzazioni e gli attivisti di ben quindici Paesi che hanno lanciato oggi una Iniziativa Europea dei Cittadini (European Citizens Initiative – ECI) per chiedere la messa al bando del controverso erbicida.

L’obiettivo del nuovo movimento paneuropeo è di raccogliere un milione di firme, in maniera tale da prendere direttamente parte all’elaborazione delle politiche comunitarie, invitando la Commissione europea a presentare una proposta legislativa. Proposta che non solo dovrà contenere l’esplicito divieto d’utilizzo del glifosato, ma che dovrà anche riformare il processo di approvazione dei pesticidi ed erbicidi, fissando obiettivi vincolanti per ridurne l’uso in tutta Europa. Sono questi i punti che rimarcano le trentotto organizzazioni promotrici, tra cui tra cui Coalizione StopGlifosato, Pesticide Action Network, Health and Environment Alliance, Corporate Europe Observatory e WeMove.EU.

 

Contraddizioni e segreti sul glifosato

Nel mese di giugno 2016, dopo un’iniziale impasse politico, la Commissione ha prorogato di 18 mesi l’autorizzazione al glifosato. Tempo che dovrà servire all’ECHA – European Chemicals Agency, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, per condurre una nuova valutazione della sostanza. “Nuova” dal momento che una prima valutazione l’aveva effettuata già l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’OMS a marzo 2015, con un report in cui inseriva il composto nella categoria delle sostanze “probabilmente cancerogene” per l’uomo. Il parere era poi stato completamente ribaltato, solo qualche mese più tardi, dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e a maggio dello  scorso anno dalla stessa OMS. Un conflitto da cui i Ventotto si sono teoricamente tirati fuori, lasciando che fosse l’esecutivo a decidere sul rinnovo o meno della licenza all’erbicida.

 

Stop glifosato: così i cittadini europei sfidano l'agribusiness

 

Ma i problemi sulla questione sono più profondi. La mancanza di trasparenza nelle procedure europee per l’approvazione di queste sostanze, così come negli studi scientifici per valutarne la pericolosità (tenuti per lo più segreti e in alcuni casi finanziati dalle stesse aziende produttrici), hanno aperto una profonda crepa tra istituzioni e società civile.

 

Stop glifosato, un milione di firme per bandirlo

“Quest’anno – spiega Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia – abbiamo finalmente l’opportunità di togliere il glifosato dai nostri campi e dai nostri piatti. Sono sempre di più i corsi d’acqua in Italia e in Europa contaminati con questo diserbante, classificato come “probabile cancerogeno” dallo IARC. Si trovano tracce nel cibo, nelle bevande e persino nelle urine. Il messaggio alla Commissione Ue e ai Paesi membri è chiaro: l’interesse e la salute delle persone devono venire prima dei profitti delle aziende agrochimiche”.

 

Per obbligare la Commissione europea a prendere in considerazione le richieste,  la coalizione di ONG, associazioni, reti e realtà sociali deve raccogliere un minimo di un milione di firme in un anno e in almeno sette Paesi dell’Ue (si può firmare la ICE #StopGlifosato su www.stopglyphosate.org). Tuttavia il tempo a disposizione è molto minore: per il successo politico della campagna, la scadenza deve essere l’estate 2017, affinché l’iter sia completato prima che la Commissione UE si esprima nuovamente sulla proroga per l’uso del glifosato.

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