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In Sri Lanka il climate change si combatte la tecnologia mobile

Avviato un programma per la realizzazione in loco di stazioni meteo che attraverso la rete cellulare avvisino gli agricoltori dell’arrivo di eventi climatici estremi

In Sri Lanka il climate change si combatte la tecnologia mobile

 

(Rinnovabili.it) – Inondazioni, smottamenti e frane legati al cambiamento climatico hanno martoriato il territorio dello Sri Lanka negli ultimi due anni. La prima conseguenza di questi stravolgimenti sono stati i danni alle produzioni alimentari; basti pensare all’industria del tè, prodotto che ha cambiato il volto del Paese più di qualsiasi altra coltivazione e che ora sta affrontando gravissime difficoltà. In alcune aree del centro-nord a causa del climate change è stato perso addirittura il 65 per cento dei campi coltivati. Una soluzione potrebbe però essere offerta ora da un nuovo programma scientifico che prevede di istallare una serie stazioni meteorologiche a basso costo, basate sulla tecnologia open-source. L’obiettivo? Aiutare gli agricoltori ad affrontare un clima sempre più difficile, fornendo un accesso rapido alle informazioni meteorologiche.

 

Le stazioni meteo, connesse attraverso la rete di telefonia mobile e realizzate con materiali e forza lavoro locale, potrebbero secondo gli scienziati supportare i coltivatori nella pianificazione di misure di contrasto o adattamento nei confronti di inondazioni, rovesci o eventi climatici estremi. Yann Chemin, uno dei ricercatori a capo del programma, spiega come l’information technology possa davvero fare la differenza: una volta istallate le stazioni meteo mobile, i sensori invierebbero messaggi di testo direttamente agli agricoltori e funzionari del governo in previsione di un aumento dei livelli di precipitazioni in una determinata area. Una volta informati, i coltivatori avrebbero a loro disposizione il tempo necessario per svuotare i serbatoi di irrigazione, o mettere in campo altre contromisure nei loro campi per evitare di perdere il raccolto a causa delle inondazioni.

 

I sistemi, aggiunge Chemin, richiedono peraltro una spesa ridotta rispetto alle stazioni meteorologiche normali (250 dollari contro circa 10mila dollari). “Non si tratta di scienza missilistica, ma darebbe tempo alla gente di reagire in maniera da poter salvare vite umane e colture”, ha spiegato all’agenzia di stampa Reuters, lo scienziato. I dati forniti dai sensori consentirebbero anche famiglie rurali di essere pronti a raccogliere e stoccare l’acqua piovana. Il progetto ha già preso corpo, e gli organizzatori stanno già assumendo decine di cittadini, a partire dai fabbri e dagli elettricisti fino ai progettisti urbani, per produrre le nuove stazioni meteo.