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Spy Cables: il capo di Greenpeace spiato dagli 007

Secondo gli Spy Cables trapelati ieri, Kumi Naidoo, direttore di Greenpeace International, è finito nel mirino dell’intelligence coreana durante il G20 del 2010

Spy Cables il capo di Greenpeace spiato dagli 007

 

(Rinnovabili.it) – Il capo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, è stato spiato dalle agenzie di intelligence come potenziale minaccia per la sicurezza in occasione del G20 coreano nel 2010. La rivelazione shock trapela dagli Spy Cables diffusi da Al Jazeera e The Guardian, documenti riservati redatti dai servizi segreti di tutto il mondo tra l’aprile 2006 e il dicembre 2014.

 

I documenti hanno soprattutto a che fare con la corrispondenza tra i servizi segreti del Sudafrica e quelli del resto del mondo. Si ipotizza pertanto che la fonte sia sudafricana. Così come originario di quel Paese è il numero uno di Greenpeace, destinatario delle attenzioni degli 007 coreani (NIS) nel 2010. Il NIS ha chiesto ai colleghi sudafricani di tenere d’occhio Naidoo, considerato “persona pericolosa”, durante il vertice dei grandi del mondo a Seul. Insieme a lui, i servizi avrebbero dovuto seguire le mosse altri due sudafricani, catturati in un raid antiterrorismo in Pakistan ma poi rilasciati e restituiti al proprio governo.

 

Kumi Naidoo ha cominciato il suo percorso combattendo l’apartheid in Sudafrica negli anni settanta e ottanta, per poi guidare campagne per il rispetto dei diritti umani e contro la povertà; è stato segretario generale dell’alleanza internazionale Global Call to Action Against Poverty (GCAP) e dal 1998 al 2008 di Civicus, altra alleanza internazionale per la partecipazione civile. Ha condotto la Global Call for Climate Action, network di più di 400 organizzazioni no-profit impegnate su temi ambientalisti, sociali, religiosi e scientifici.

Greenpeace è uno dei più noti gruppi ambientalisti del mondo, che unisce operazioni di lobbying all’azione diretta. In Corea del Sud, probabilmente l’intelligence era preoccupata per i possibili disagi durante il vertice. Naidoo ha definito «scandaloso» l’operato dei servizi segreti, ma non era sorpreso: «Purtroppo la nostra ipotesi, soprattutto dopo le rivelazioni di Edward Snowden e le informazioni di Wikileaks, è che siamo fortemente monitorata e sotto costante sorveglianza – ha detto alle telecamere di Al Jazeera il capo di Greenpeace – Ma è una cosa supporre che stia succedendo, diverso, paralizzante e agghiacciante è averne conferma».

 

L’interesse dei servizi segreti per i movimenti ambientalisti è un fenomeno che sta raggiungendo dimensioni preoccupanti. In alcuni Paesi del mondo (tra cui l’Italia e il Canada) lo spionaggio degli attivisti sta assumendo contorni legali, a causa di provvedimenti legislativi che sempre più spesso cercano di assimilare le azioni di piazza dei movimenti per l’ambiente e il clima ad atti di terrorismo.

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