La Commissione Ambiente dell’Europarlamento chiede a Bruxelles obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti alimentari di almeno il 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030
(rinnovabili.it) – Ogni anno nell’Unione Europea finiscono nella spazzatura circa 88 milioni di tonnellate di cibo, una montagna di rifiuti alimentari che si trascina con sé una spesa considerevole. I costi associati a questo livello di sprechi alimentari sono stimati infatti nell’ordine di 143 miliardi di euro. La questione non è ovviamente solo economica: i rifiuti possiedono costi sociali ed ambientali altrettanto rilevanti.
Per arginare il problema e migliorare la sicurezza alimentare, la Commissione ambiente (ENVI) dell’Europarlamento ha approvato oggi una nuova risoluzione, presentata dall’eurodeputata socialdemocratica (S & D) Biljana Borzan. Il testo, approvato dai deputati, avanza delle precise richieste nei confronti della Commissione Europea, all’interno della discussione sul Pacchetto Economia Circolare. A partire dalla domanda di nuovi target obbligatori in tema di prevenzione.
Nello specifico invita Bruxelles a fissare obiettivi vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari di almeno il 30 % entro il 2025 e del 50 % entro il 2030 (rispetto al valore 2014). Si chiede inoltre una metodologia comune per misurare gli sprechi. La complessità del problema richiede infatti una risposta strategica coordinata a livello dell’UE e degli Stati membri che tenga conto delle politiche in materia di rifiuti, sicurezza alimentare e informazioni sugli alimenti, ma anche degli aspetti legati alla politica in ambito economico, della ricerca e dell’innovazione, ambientale, agricolo, dell’istruzione e sociale.
Secondo le stime del progetto FUSIONS, i settori che contribuiscono maggiormente sono i nuclei familiari, con il 53 %, e i processi di trasformazione, con il 19 %. Il settore dei servizi di ristorazione contribuisce con il 12 %, la produzione primaria con il 10 % e le vendite all’ingrosso e al dettaglio con il 5 %. Gli sprechi alimentari avvengono lungo l’intera filiera alimentare e tutti gli attori hanno dunque la responsabilità di adottare misure per prevenire e ridurre il problema.
La presente relazione viene pertanto proposta quale documento onnicomprensivo capace di affrontare il problema lungo l’intera catena dell’approvvigionamento e del consumo. Ad esempio richiedendo l’istituzione nella legislazione dell’UE di una gerarchia per la gestione dei prodotti alimentari invenduti. O esortano la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi, in collaborazione con le parti interessate, per migliorare la comprensione da parte dei consumatori delle date di scadenza espresse con la dicitura “da consumare entro” e “da consumarsi preferibilmente entro il”.