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Spiagge d’Italia: il Dossier del WWF per un Mediterraneo di qualità

(Rinnovabili.it) – Un panorama costiero “devastato” dal continuo proliferare di stabilimenti balneari, causa a loro volta dell’aumento dei rifiuti e dell’erosione costiera. È questo il profilo tracciato da Spiagge d’Italia: bene comune affare per pochi, il dossier del WWF che, muovendosi tra il caos delle concessioni permanenti e quello di riferimenti normativi diversi da Regione a Regione, ha analizzato le condizioni dei litorali nazionali per cercare di capire se esistano ancora spiagge incontaminate. Il quadro che emerge dal dossier è tutt’altro che rassicurante e, più che tutelare gli interessi pubblici, sembra favorire quelli privati. Il generale livello di speculazione sul “bene comune spiaggia”, infatti, ha portato a una crescita consistente degli stabilimenti balneari, passati da 5368 del 2001 ai 12.000 attuali, che, come conseguenza diretta, ha provocato l’aumento dei chilometri di spiaggia occupata e dei rifiuti, mettendo seriamente a rischio gli ecosistemi costieri. Per non parlare poi delle applicazioni regionali della normativa nazionale sulle concessioni, diverse da regione a regione e poco attente a garantire una percentuale minima di costa realmente fruibile e accessibile liberamente.

Grazie alle donazioni arrivate da migliaia di cittadini privati, però, il WWF ha potuto dare il via ai progetti di salvaguardia ambientale previsti da “Un mare di oasi per te”, la campagna lanciata lo scorso maggio, grazie alla quale sarà possibile risparmiare al cemento e alla speculazione economica tanti di quei paradisi costieri, spesso devastati e utilizzati come discarica. I progetti hanno preso il via dalla spiaggia delle Cesine, in Puglia, una località purtroppo nota per l’enorme quantità di rifiuti stratificati da anni sull’arenile, che finalmente sarà bonificata a dovere. Il Direttore delle Politiche ambientali del WWF, Gaetano Benedetto, ha annunciato che in poche settimane la spiaggia delle Cesine sarà ripulita. «Vogliamo che le Cesine – ha detto – diventino un simbolo di come solo una spiaggia ben tutelata possa dare ricchezza, in termini ambientali ma anche economici, rimanendo un bene comune e non un affare per pochi».

 

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