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Spiagge inquinate: ogni metro contiene 10 rifiuti abbandonati

Legambiente presenta l’edizione 2019 di Beach Litter e lancia il weekend di pulizia dei litoriali italiani il prosimo 25 e il 26 maggio

Spiagge inquinate

 

 

  Spiagge inquinate dall’usa e getta. E la plastica regna sovrana

(Rinnovabili.it) – C’era una volta il mare, oggi c’è un tappeto di rifiuti e spiagge inquinate. Basta camminare lungo le coste italiane per imbattersi in sigarette, tappi, vecchie posate e una lunga lista di altri scarti portati dall’acqua o abbandonati direttamente sugli arenili. Per toccare con mano la gravità della situazione Legambiente, tra aprile e maggio, ha monitorato 39 spiagge nostrane setacciando circa 400mila metri quadri di costa.

 

I risultati di questo studio sono racchiusi nel rapporto Beach Litter 2019, presentato oggi a Fiumicino nel corso del lancio della campagna Spiagge e Fondali Puliti – Clean Up The Med. Ebbene, in meno di due mesi i volontari dell’associazione ambientalista hanno censito 90.049 rifiuti spiaggiati, in pratica un frammento ad ogni passo. Nella maggior parte dei casi (81%) lo scarto raccolto è di plastica, proveniente soprattutto da packaging alimentare; a fargli compagnia anche mozziconi, cotton-fioc, retine per la coltivazione dei mitili e i frammenti di vetro o ceramica.

 

Beach Litter 2019 suddivide geograficamente le spiagge per individuare i rifiuti più comuni per ogni area. Si scopre così che oltre la metà di tutti i rifiuti rinvenuti nei litorali del Tirreno è rappresentato da mozziconi di sigaretta, frammenti polimerici, tappi e bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie. Nell’Adriatico la classifica è guidata dai pezzi di plastica, ma nella top five dei ritrovamenti rientrano anche le reti per la coltivazione dei mitili, presenti anche nella classifica delle spiagge che si affacciano sullo Ionio. In questo caso però l’elenco è guidato da tappi e coperchi in plastica di bevande che rappresentano un oggetto su 10 di quelli registrati. Per le spiagge monitorate nelle isole maggiori, Sardegna e Sicilia, la classifica vede al primo posto i cotton fioc.

 

“È il momento di alzare l’asticella e recepire al più presto la nuova Direttiva europea con obiettivi e target di riduzione ancora più ambiziosi”, spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “È necessario che le tre gambe, governi nazionale e locali, industria e consumatori, sorreggano insieme la sfida impegnativa che ci aspetta: diminuire l’enorme pressione che l’uomo esercita sui mari, gli oceani e i suoi abitanti. Il Parlamento approvi, inoltre, al più presto il disegno di legge ‘Salvamare’ predisposto dal ministro dell’ambiente Sergio Costa unificandone i contenuti col progetto di legge sul fishing for litter presentato a Montecitorio da Rossella Muroni”.