(Rinnovabili.it) – L’Osservatorio della Sostenibilità spagnolo (Observatorio de la Sostenibilidad en España-OSE) ha presentato una relazione contenente lo stato dei cambiamenti climatici nel paese, il livello di esaurimento delle risorse naturali e le disuguaglianze sociali del pianeta. Lo scopo è di collaborare al processo di dialogo tra cittadini e governo per definire la posizione della Spagna nella prossima conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile Rio +20, attesa per il prossimo mese nella capitale del Brasile.
“La posizione ufficiale spagnola al vertice Rio +20 deve essere definita attraverso un processo partecipativo in cui il governo e la società civile devono impegnarsi nel dialogo”, ha detto Luis M. SINC Herrero Jimenez, direttore dell’Osservatorio di Sostenibilità in Spagna.
L’OSE ha presentato il documento “Sfide per la sostenibilità: la strada verso Rio +20” in occasione della riunione “La Spagna in cammino per Rio +20. Riunione della società civile”, organizzata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Ambiente e Biodiversità della Fondazione, i Royal Botanic Gardens. “Abbiamo fatto una revisione completa di come la situazione mondiale è cambiata negli ultimi 20 anni”, ha detto Jimenez. “Vi è una crescente necessità di realizzare politiche di sviluppo sostenibile che però non arrivano mai”. Una delle conclusioni centrali della relazione rivela che ci vuole una transizione globale verso lo sviluppo sostenibile servendosi di una ‘economia verde’, ecologicamente efficiente e razionale in grado di mettere a disposizione della popolazione un’occupazione stabile ricordando che bisogna cambiare modo di vivere e di gestire la produzione perché sulla base dei dati raccolti, il 60% delle risorse naturali mondiali è al limite delle sue possibilità.
Questa monografia riflette la crescita delle ‘eco-industrie’ dell’Unione europea (UE) che ormai rappresentano oltre il 2,5% del PIL della comunità. “In Spagna i posti di lavoro verdi sono aumentati del 235% negli ultimi dieci anni, il che significa 550.000 posti di lavoro”, ha detto Jimenez. L’eco-industria abbraccia numerosi settori tradizionali, quali la gestione dell’acqua, dei rifiuti e delle risorse naturali interessando anche progetti innovativi nel campo della biotecnologia, della mobilità sostenibile, delle smart cities e dell’eco-turismo. “Per favorire la transizione da una economia insostenibile a verde, è necessario modificare il sistema di produzione e di consumo. Non è sufficiente aumentare l’efficienza del settore, per questo i governi e la sensibilizzazione del pubblico hanno la loro responsabilità “, ha dichiarato il direttore dell’OSE.
La relazione sottolinea inoltre la necessità di nuovi indicatori che tengano conto degli aspetti sociali e ambientali per valutare i progressi dei paesi verso uno sviluppo sostenibile. “Abbiamo già più di 100 indicatori che vanno ben oltre il semplice PIL”, ha specificato l’esperto. “Il mio desiderio è che il vertice sia un successo. Adeguatamente finanziata l’ economia verde rappresenterà il trampolino di lancio per raggiungere uno sviluppo sostenibile”, ha concluso Jimenez.