(Rinnovabili.it) – Erano in 4 mila ieri a manifestare a Burgos contro il fracking. Chiedono che il governo spagnolo vieti la fratturazione idraulica nel Paese, per i troppi rischi di contaminazione delle falde acquifere, dell’aria e, non ultimo, il pericolo di terremoti.
La protesta è stata organizzata dalla Piattaforma anti fracking di Las Merindades, una delle regioni più bersagliate dalle richieste delle aziende che intendono utilizzare questa tecnica di trivellazione per estrarre lo shale gas contenuto nelle rocce impermeabili chiamate scisti bituminosi. Gli studi di impatto ambientale sono già stati consegnati, e si attende il via libera delle amministrazioni pubbliche. Ma è proprio contro queste valutazioni di impatto che si concentra la protesta dei cittadini di Burgos.
Sembra infatti che non sia stato fatto riferimento alcuno al fatto che la centrale nucleare di Garoña si trovi a poco più di 20 chilometri da uno dei pozzi di fracking previsti dal piano di estrazione. Il rischio di terremoti, che da qualche giorno è stato scientificamente dimostrato anche negli ultraliberali Stati Uniti, minaccerebbe la sicurezza dell’impianto atomico. Una centrale che si trova a 1.200 chilometri dal confine italiano, la metà della distanza che ci separa da Chernobyl.
Secondo le associazioni che ieri hanno dimostrato pubblicamente il loro dissenso, le aziende si nasconderebbero dietro il dito dei sondaggi geognostici per avviare di fatto ugualmente le operazioni di fratturazione per lo sfruttamento del gas da scisti.
In questo momento si stanno trattando le concessioni relative a sei pozzi in tre lotti nella zona di Sedano, in provincia di Burgos, contro le cui valutazioni di impatto ambientale sono state depositate 3.600 obiezioni. Altri sei pozzi, sempre in tre lotti, hanno ricevuto 4.500 osservazioni pubbliche nella zona di Urraca.
Ciascun punto di estrazione, secondo i progetti dovrebbe avere un’ampiezza dio 2-3 ettari – come un paio di campi da calcio – e le prospezioni si spingeranno a profondità comprese fra 3.000 e 4.500 metri. Lo sfruttamento sarà ad opera di BNK España, filiale iberica del gruppo canadese BNK, che ha presentato al governo i suoi progetti per sondare 12 punti in 5 Comuni in provincia di Burgos, a partire dal 2016. Shale Gas España, la piattaforma nazionale per lo sviluppo del gas non convenzionale, ritiene che il Paese detenga potenziali risorse di gas da scisti per 2.062 miliardi di metri cubi, l’equivalente di 70 anni di consumo. Le stime sono pagate da quattro corporation, tra cui la stessa BNK.