La riforma che ha coinvolto il settore dell’elettricità ha reso impossibile il proseguimento dell’operatività dell’impianto, ormai in avviata fase di smantellamento
(Rinnovabili.it) – Così come era stato deciso, alle ore 22.57 di ieri la centrale nucleare più vecchia della Spagna si è spenta. È successo a Santa Maria di Garona, dove domenica l’impianto nucleare attivo ormai da più di quaranta anni ha chiuso le porte una volta e per tutte, staccandosi definitivamente dalla rete elettrica. Costruita nel 1970, la centrale di Garona ha prodotto circa l’1,4% dell’energia elettrica spagnola, nell’ottica di ridurre la dipendenza del Paese dalle importazioni; nel solo 2011, l’energia nucleare ha soddisfatto circa il 20% della domanda di elettricità interna. Ma adesso, l’aumento delle imposte legate alla produzione di elettricità rende impossibile qualsiasi prosecuzione dell’operatività dell’impianto. La riforma energetica messa a punto dal governo spagnolo, infatti, sta cercando di trovare una soluzione per coprire un deficit che ad oggi ammonta a più di 24 miliardi di euro e che è stato il risultato di anni di vendita dell’energia elettrica a prezzi al di sotto dei costi.
Stando a quanto normato dalla nuova riforma, se avesse continuato la propria operatività, la centrale di Garona si sarebbe ritrovata a pagare tasse pari a circa 153 miliardi di euro nel 2013, portando al fallimento la Nuclenor che l’ha gestita fino a oggi. Le operazioni di smantellamento e messa in sicurezza del materiale radioattivo, fanno sapere in un comunicato i gestori dell’impianto, sono già iniziate e continueranno anche nei prossimi giorni.