(Rinnovabili.it) – Lo scioglimento dei ghiacci marini e la risultante corsa all’accaparramento di risorse richiedono misure efficaci per evitare irrimediabili danni nella regione artica. Il monito arriva dallo “Year Book 2013”, lo studio annuale delle Nazioni Unite sulle questioni ambientali emergenti che rivela come la riduzione estiva della copertura di ghiaccio artica si sia intensificata negli ultimi anni, arrivando lo scorso anno a segnare il record negativo di 3,4 milioni di chilometri quadrati persi – 18 per cento al di sotto del minimo precedente, registrato nel 2007 e il 50 per cento al di sotto della media del 1980 e 1990. E se le riflessioni sull’innalzamento dei livelli dei mari potrebbero essere un po’ scontate, il documento sottolinea anche un risvolto poco rimarcato. Il ritiro dei ghiacci sta inevitabilmente portando ad un più facile accesso alle risorse naturali come il gas e il petrolio, e di conseguenza ad un incremento dell’attività umana che potrebbe minacciare gli ecosistemi già fragili e la fauna selvatica.
“Il cambiamento delle condizioni ambientali nell’Artico – spesso considerati un capobanda per il cambiamento climatico globale – sono stati un motivo di preoccupazione per un certo tempo, ma fino ad ora questa consapevolezza non si è tradotta in un intervento urgente”, ha commentato il Direttore Esecutivo dell’UNEP Achim Steiner a margine della presentazione dello studio. “In effetti, quello a cui stiamo assistendo è come lo scioglimento dei ghiacci stia spingendo una corsa alle risorse di combustibili fossili, risorse che per prime sono la causa di questo scioglimento”, ha aggiunto. “Come l’Year Book 2013 sottolinea, la fretta di sfruttare queste vaste riserve ancora integre avrebbe conseguenze che devono essere attentamente considerate da parte dei paesi in tutto il mondo, dato l’impatto globale e le questioni in gioco”. Le attività umane potrebbero infatti interrompere l’idrologia, mettendo in pericolo gli ecosistemi e sollevando anche importanti questioni geopolitiche.