La nuova etichetta permette alle aziende di comunicare in modo trasparente il proprio impegno etico-sociale e l’origine dei prodotti
(Rinnovabili.it) – Comunicare in maniera efficace al consumatore il proprio impegno in termini di sostenibilità, dando precise informazioni sull‘impronta sociale di un prodotto e servizio. Con queste finalità nasce la certificazione Social Footprint – Product Social Identity, prima etichetta creata per coinvolgere il consumatore in scelte di acquisto più consapevoli e supportare le Organizzazioni nella comunicazione trasparente al mercato.
Cosa significa questo in poche parole? Che lì dove sarà presente l’etichetta, si potranno conoscere tutte le informazioni riguardarti l’organizzazione, le persone, la manifattura e la filiera. Ad esempio si potrà conoscere quanti uomini e quante donne sono impiegate o i dati in merito l’origine dei fornitori – sia per quanto riguarda le materie prime, sia per quanto riguarda i processi produttivi – o ancora le nazionalità coinvolte. Dietro la nuova certificazione Social Footprint c’è il lavoro un gruppo di esperti di cui fanno parte tre dei principali organismi di certificazione a livello nazionale e non solo: Bureau Veritas, Certiquality e DNV GL Business Assurance. Il risultato è un’etichetta chiara e puntuale di tutto l’impronta sociale che si “cela” dietro un determinato prodotto o servizio.
“Certificare la propria Social Footprint valorizza l’organizzazione, le persone e la filiera permettendo al contempo di soddisfare le crescenti richieste di trasparenza da parte del mercato in materia di sostenibilità della produzione. – si legge nella nota stampa che accompagna la presentazione della certificazione. – I consumatori di oggi sono sempre più attenti quando si tratta di scegliere cosa acquistare. Sapranno sicuramente premiare le aziende che forniscono informazioni chiare e trasparenti”.
La certificazione dura tre anni e prevede, prima di essere rilasciata la verifica presso il Cliente (on-site) di una serie di condizioni, tra cui l’impegno dell’azienda verso tutta la filiera al rispetto del lavoro infantile e minorile, oltre ad essere soggetta ed è soggetta a una verifica di mantenimento annuale.
L’Organizzazione che intende ottenere la certificazione SFP per un proprio prodotto deve univocamente identificare:
– il prodotto da etichettare con i codici, nomi, marchi, tipo di confezione ecc. con cui esso è immesso sul mercato;
– la catena di fornitura, con una profondità ed estensione definite dall’Organizzazione in funzione di quanto specificato nelle IPE (Indicatori di Profondità ed Estensione che vengono stabilite dal Social Footprint Group al fine di rendere confrontabile l’impronta sociale di prodotti simili e garantire omogeneità fra le comunicazioni provenienti da Organizzazioni diverse);
– i siti produttivi coinvolti ed il loro contributo specifico alla realizzazione del prodotto all’interno dei confini della filiera così definita.
Un Comitato di stakeholder, a cui hanno già aderito rappresentanti di Governo e di organizzazioni no-profit, è stato coinvolto per la valutazione dell’efficacia dello schema di certificazione. La Social Footprint verrà presentata in anteprima a Milano.
Aziende primarie appartenenti a diversi settori, dalla produzione, alla distribuzione, ai servizi hanno già aderito alla fase pilota del progetto.