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Contro lo smog Pechino mette i lucchetti a 1.000 fabbriche

La capitale è pronta a tagliare la produzione pesante per riequilibrare lo sviluppo del tessuto industriale nella regione e limitare l’inquinamento atmosferico

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Nuove misure per combattere lo smog nella capitale cinese

(Rinnovabili.it) – Entro il 2020, la capitale cinese chiuderà oltre 1.000 imprese manifatturiere attive nei suoi confini municipali. Una decisone drastica nata dalla necessità di affrontare l’asfissiante smog di Pechino (leggi anche Beijing, la città dal cielo grigio), ridistribuendo nel contempo la diffusione industriale nelle vicine provincie. La misura fa parte di un documento con cui il governo municipale intende rafforzare gli strumenti di protezione ambientale e controllo dell’inquinamento e che punta, tra le altre cose, su mobilità elettrica, risanamento idrico e ampliamento delle zone di verde pubblico.

Inseguendo il sogno nazionale della nuova Digital China, la città si appresta dunque ad una prima riconversione del tessuto produttivo orientandosi verso imprese dinamiche e hi-tech. Secondo quanto pubblicato da People’s Daily, il quotidiano di partito comunista cinese, Pechino ha già respinto le domande di registrazione presentate da 19.500 imprese e ha chiuso o riposizionato 2.465 produttori “ordinari”.

 

Il piano cittadino si sposa con quello nazionale che prevede di migliorare il coordinamento nella regione di Pechino-Tianjin-Hebei. L’idea è quella di privare la capitale di gran parte dell’industria manifatturiera e di quella pesante, e trasferire le università e alcuni dipartimenti governativi nella nuova zona economica speciale Xiongan di Hebei. La nuova area, che sarà tre volte più grande di New York, servirà a stimolare la crescita nella provincia, riducendo inquinamento e densità abitativa nella capitale. Secondo il presidente Xi Jinping, la città costituirà “una zona di sviluppo innovativo che dovrebbe dare priorità alla protezione ecologica e migliorare il benessere delle persone”.

 

E mentre la Xiongan New Area incarna il nuovo polo di crescita e stuzzica gli appetiti della speculazione immobiliare, la capitale cerca di ri-orientare la propria crescita puntando su politiche verdi. Oltre a migliorare voler migliorare il meccanismo di uscita delle imprese manifatturiere inquinati entro il 2020, il governo locale prevede l’implementazione di nuove norme sulle emissioni dei veicoli, 400mila nuove auto ad alimentazione elettrica, un nuovo piano per la gestione dei rifiuti e l’innalzamento del tasso verde procapite.