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Smog, la Cina rafforza il monitoraggio urbano

A partire dal 1° gennaio le stazioni di rilevamento registreranno le informazioni , oltre che del P M 2.5 anche di biossido di zolfo, biossido di azoto, ozono e monossido di carbonio

(Rinnovabili.it) – Lo smog continua ad essere il tallone d’Achille delle metropoli cinesi e della salute dei suoi abitanti. Solo questo’anno si sono contati ben 8.600 decessi per patologie causate dalle microscopiche particelle di inquinanti atmosferici e secondo uno studio realizzato dall’Università di Pechino alla capitale così come  per Shanghai, Guangzhou e Xi’an, gli alti livello di smog costeranno oltre un miliardo di dollari di perdite economiche.

 

Per rafforzare le misure di contrasto, il Governo ha deciso di consolidare i propri strumenti di controllo con  nuovi standard sulla qualità dell’aria; a partire dal primo gennaio di quest’anno, 74 centri urbani più grandi dovranno monitorare, valutare e pubblicare in tempo reale  le nuove informazioni sulla qualità dell’aria. Citando quanto pubblicato dal Ministero dell’Ambiente cinese sul proprio sito web, l’agenzia di stampa Xinhua ha rivelato che la rete di  496 stazioni di rilevamento valuteranno oltre ai livelli del PM 10 e del NO2, anche quelli del biossido di zolfo, del PM 2.5, dell’ozono e del monossido di carbonio. “I rapporti in tempo reale avranno un ruolo significativo nel migliorare la qualità dell’aria del paese e il controllo dell’inquinamento”, ha dichiarato Meng Xiaoyan, ingegnere presso il Centro di Monitoraggio Ambientale nazionale cinese. “La popolazione ha il diritto di conoscere le condizioni ambientali in cui vive”.