L’inquinamento prodotto dal Gigante asiatico appare chiaro anche per il satellite MODIS (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer) della NASA
“La nebbia ha una superficie liscia sulla parte superiore, che la distingue dalle nuvole di medio ed alto livello che sono più strutturate e possiedono ombre distinte sui loro bordi”, ha spiegato Rudolf Husar, direttore del Center for Air Pollution Impact And Trend Analysis dell’Università di Washington. “Se è presente un significativo strato di foschia in cima alla nebbia, appare brunastro. In questo caso, la maggior parte della nebbia sulla Cina orientale è priva di opacità, e la maggior parte dell’inquinamento è intrappolato in inverno in uno strato superficiale di poche centinaia di metri”. L’immagine più eclatante scattata dal satellite è stata presa lo scorso 7 gennaio durante il più grave allarme smog per la Cina. Il giorno in cui questa immagine è stata acquisita, i sensori terrestri delle ambasciate degli Stati Uniti a Pechino e Shanghai hanno riferito misurazioni di PM 2,5, rispettivamente, a 480 e 355 microgrammi per metro cubo d’aria.