(Rinnovabili.it) – Ancora tanto, troppo amianto presente sul territorio italiano e, di contro, pochi impianti per lo smaltimento che non riescono a far fronte agli attuali volumi. La situazione più critica? Quella, purtroppo, a livello degli istituti scolastici: oggi si registra la presenza di amianto in circa 2.400 scuole italiane, che significa avere ben 30.000 alunni esposti ai rischi connessi all’asbesto. I dati sono quelli forniti dall’Anci, oggi a Bari, in occasione del lancio del Tour delle buone pratiche. Si tratta della prima iniziativa nata in seno alla Rete dei Comuni “ZeroAmianto”, creata per promuovere progetti concreti per la gestione e il progressivo superamento delle situazioni di criticità presenti sul territorio, proprio grazie all’esperienza maturata dai Comuni maggiormente interessati dalla problematica amianto.
Contestualmente il tour servirà a diffondere un programma di formazione e aggiornamento per tecnici e amministratori che intende portare soluzioni per la gestione delle responsabilità dei Sindaci e la tutela della salute dei loro cittadini. Un viaggio per l’Italia per condividere le esperienze tra censimenti, esposti, smaltimento e informazione su un problema ancora troppo diffuso sul territorio nazionale.
La recente indagine promossa dall’Anci mette in evidenza come, nonostante l’Italia abbia messo al bando l’asbesto da oramai 24 anni, persistano situazioni critiche in molti comuni (in tra cui quelli dove erano insediate attive fabbriche di cemento amianto). E il numero dei siti contaminati è destinato a crescere, dal momento che la mappatura da parte dell’Inail, del ministero dell’Ambiente e delle Regioni è ancora in corso. Così come crescerà con tutta probabilità le vittime civili. Le stime, per difetto, parlano di 4.000 decessi all’anno ma il dato dovrebbe il picco tra il 2020 e il 2025.
Tra i problemi da affrontare c’è anche quello relativo allo smaltimento dal momento che le regioni dotate di almeno un impianto specifico per l’amianto sono solo 11, per un totale di 24 strutture in tutto: cinque in Sardegna, quattro in Piemonte e Toscana, due rispettivamente in Emilia, Lombardia e Basilicata, e una a testa per Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Puglia e la provincia autonoma di Bolzano. La carenza si ripercuote su costi di gestione della rimozione e smaltimento dell’amianto. Ancora oggi il 75% dei rifiuti contenenti amianto finisce nelle discariche fuori dai confini nazionali.
Le prime tappe del tour buone pratiche vedranno coinvolte nei primi sei mesi del 2017 le città di Bologna, Casale Monferrato, Catania, Firenze, Lecce e Monfalcone, Bologna. Gli incontri hanno obiettivo di rispondere alle concrete esigenze del territorio, trasferendo esperienze positive e già sperimentale sul territorio.