La Grafysorber Mobile Decontamination Unit produce grafene dove e quando serve: un metodo efficace per intervenire direttamente sul luogo inquinato
(Rinnovabili.it) – Depurare l’acqua con il grafene è possibile. Lo ha dimostrato un ragazzino di 18 anni di Houston con il rubinetto di casa, e ora una azienda italiana è in grado di applicare la soluzione a situazioni di inquinamento generato dagli idrocarburi su scala più ampia. Si tratta di tre container con un macchinario in grado di produrre il grafene necessario per depurare le acque contaminate direttamente sul luogo di un’emergenza ambientale: il sistema di bonifica si chiama Grafysorber Mobile Decontamination Unit, e l’ideatore è la Directa Plus di Lomazzo (Como), azienda tecnologica che produce nanomateriali a base grafene.
«Un grande passo avanti per decontaminare le acque in modo efficace, che oltretutto permette di abbattere i costi di trasporto del grafene G+ richiesto per l’intervento – ha spiegato Giulio Cesareo, ceo di Directa Plus – Con la nostra unità mobile siamo in grado di intervenire tempestivamente e in modo economico ed ecologico per decontaminare le acque in caso di sversamenti accidentali».
Le prime tre Grafysorber sono state presentate questo fine settimana dai loro creatori.
«Grazie alle peculiari caratteristiche del grafene – scrivono in una nota – performa almeno cinque volte più degli altri prodotti attualmente utilizzati in questi casi. Si tratta di un prodotto ecosostenibile sotto diversi aspetti: infatti consente di recuperare e riciclare gli oli assorbiti; è esso stesso riciclabile; è costituito da un materiale naturale e non contiene sostanze tossiche. La possibilità di produrlo direttamente in loco e nella quantità necessaria rende il suo utilizzo ancora più semplice ed economico».
I materiali assorbiti possono essere separati dal grafene una volta raccolti, per smaltirli correttamente e riutilizzare il grafene. Il materiale, una volta esausto, può essere utilizzato per arricchire asfalti e bitumi. Il filtro è stato brevettato da Directa Plus ed è stata premiato con un riconoscimento della Commissione Europea. Alcuni campioni sono stati donati alla città di Como per la salvaguardia del lago.
«Fin da quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto GEnIuS (Graphene Eco-Innovative Sorbent), che ha portato al lancio di Grafysorber, avevamo in mente di mettere a punto una soluzione per produrre il materiale dove e quando serve», chiarisce Giulio Cesaro. La partnership con Biocart, azienda italiana che opera nel campo delle soluzioni ambientali innovative, ha permesso uno sviluppo di un progetto che, tiene a precisare il ceo di Directa Plus, «ha tutte le caratteristiche per essere replicabile, e contiamo di produrre presto altre unità che ci permetteranno di essere pronti ad intervenire nelle emergenze in modo rapido e altamente efficace».