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SIMWOOD trasforma la silvicoltura europea

SIMWOOD (Rinnovabili.it) – La silvicoltura sostenibile e intelligente potrebbe rafforzare il settore dell’occupazione e stimolare la crescita. Lo conferma l’Europa presentando un nuovo sistema informativo pan-europeo che servirà per mettere a disposizione un maggior volume di risorse forestali in modo più sostenibile.

E‘ proprio questo l’obiettivo del progetto SIMWOOD (Sustainable Innovative Mobilisation of Wood) finanziato dall’UE per mettere a disposizione della popolazione uno strumento in grado di fornire in maniera più immediata possibile l’evidenza delle politiche forestali adottate dai paesi membri, il MOBILISER.

 

L’Europa ha più di 117 milioni di ettari di foresta e la sempre maggiore domanda di legname per la produzione di energia o per il settore produzione sta mettendo in difficoltà il comparto. Ma il progetto, lanciato a novembre scorso, sta promuovendo una gestione sostenibile del patrimonio forestale proprio per soddisfare la domanda senza danneggiare l’ambiente. Per iniziare il progetto registrerà le barriere socio-economiche, tecniche ed ecologiche per la silvicoltura sostenibile esistente e attraverso una serie di progetti pilota, SIMWOOD potrà quindi verificare promettenti iniziative in stretta collaborazione con gli attori locali collegati tra di loro grazie all’utilizzo del MOBILISER.

Attraverso l’utilizzo ottimale delle risorse forestali l’Europa potrebbe garantire nuovi posti di lavoro e quindi una spinta economica notevole in grado di favorire la crescita del settore visto che le stime credono saranno necessari 853 milioni di metri cubi di legname e 585 milioni di metri cubi di legno a scopo energetico entro il 2030. L’approvvigionamento rappresenta quindi una sfida per l’ambiente, il comparto industriale e per le 600mila aziende che al momento trattano i prodotti derivati del legname.

Il progetto, che riceverà un totale di circa 6 milioni di euro in finanziamenti UE, coinvolge 28 partner provenienti da Germania, Belgio, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Irlanda , Paesi Bassi, Portogallo, Svezia, Slovenia e Spagna e un consorzio che comprende anche due istituti di ricerca europei – il Centro comune di ricerca (CCR) e l’Istituto forestale europeo (EFI) chiamati a completare il proprio percorso entro ottobre 2017.

 

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