(Rinnovabili.it) – Nonostante lievi miglioramenti, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) resta una fucina di esperti in conflitto di interessi. A loro è affidata la valutazione ultima su temi chiave come la cancerogenicità del glifosato o i potenziali danni degli organismi geneticamente modificati (OGM), ma l’affidabilità delle loro scelte è tutta da dimostrare. Almeno è questo ciò che traspare dall’ultimo rapporto del Corporate Europe Observatory, centro di ricerca con sede a Bruxelles focalizzato sull’influenza del settore privato nel processo di regolamentazione comunitario.
I ricercatori hanno preso in esame gli interessi dichiarati nelle 211 dichiarazioni presentate dagli esperti dell’EFSA. Ne emerge che il 26,5% presenta un conflitto di interessi finanziario diretto: si tratta di persone che negli ultimi 5 anni hanno ricevuto denaro da imprese che poi hanno dovuto anche valutare come scienziati dell’EFSA. Il 30,3% ha conflitti finanziari indiretti, cioè appartenere a un’organizzazione che negli ultimi 5 anni ha ricevuto oltre il 20% dei suoi finanziamenti da imprese poi valutate come membro dell’Agenzia. Il 16%, inoltre, presenta entrambi i conflitti di interessi (diretto e indiretto).
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In un ambiente di lavoro come l’EFSA, si tratta di cifre inaccettabili. Eppure, nota il Corporate Europe Observatory, dal 2013 ad oggi vi è un pallido miglioramento. Solo quattro anni fa, infatti, il conflitto di interessi coinvolgeva il 59% degli esperti dell’Agenzia. Tuttavia, spiegano i ricercatori, non sono state prese misure determinanti per bloccare questa deriva, perciò la momentanea riduzione delle percentuali rischia di essere un fatto isolato. Il 52% dei membri EFSA pagati sia dal controllore che dai controllati durante il triennio 2012-2015 è stato rinominato per quest’altro giro di giostra, anche in posti chiave dell’organigramma come la presidenza, la vice presidenza e il comitato scientifico.
Il consiglio di amministrazione adotterà una nuova politica in merito il prossimo 21 giugno. Ma molte critiche sono piovute sul nuovo regolamento, che non comprende il divieto di ricevere denaro per studi o ricerche, pur sapendo che questa fonte di finanziamenti è la prima causa di conflitto di interessi diretto.