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Siccità, San Paolo torna a bere dopo due anni

Siccità, San Paolo torna a bere dopo due anni

 

(Rinnovabili.it) – La siccità è passata, almeno per ora. I livelli dell’acqua nel bacino Cantareira, il più grande del San Paolo del Brasile, sono più che raddoppiati grazie alla piovosità portata dal fenomeno climatico El Niño. Sembra dunque allontanarsi lo spettro che per due anni ha aleggiato sulla megalopoli brasiliana, anche se gli ambientalisti avvertono che servono misure strutturali, o il problema si ripresenterà molto presto.

Anche se le piogge hanno evitato le imminenti misure per il razionamento dell’acqua, la regione più popolosa del Brasile ha perso l’occasione di proteggere la popolazione da siccità future, frenando i consumi e migliorando l’efficienza.

San Paolo è la più grande città del Sud America, e i due anni di arsura l’hanno gettata nel panico. Agricoltura, industrie e residenti hanno tutti subìto gli impatti del fenomeno. Molti cittadini hanno raccolto la poca acqua piovana in contenitori, ricovero perfetto per le zanzare che veicolano la dengue e forse anche la Zika.

 

Siccità, San Paolo torna a bere dopo due anni 2La SABESP, azienda di proprietà dello Stato di San Paolo, sta mantenendo la pressione bassa al mattino, lasciando alcuni residenti con i rubinetti a secco. Inoltre, ha preso in considerazione un aumento delle tasse per l’industria in modo da finanziare investimenti in infrastrutture.

Ma il settore, che consuma il 30% dell’acqua di San Paolo, aggira la tassazione rivolgendosi a bacini privati, riciclando le acque o raccogliendo l’acqua piovana.

Se le precipitazioni oltre la media cadute nel mese di gennaio hanno raddoppiato il livello dell’acqua del bacino Cantareira (passati dal 20 al 48%), lo stato rimane vulnerabile alle crisi idriche. Il San Paolo rappresenta un terzo dell’economia del Brasile, Paese che si affida pesantemente all’energia idroelettrica.

Gli esperti di clima sono ormai unanimi nel dichiarare che siccità e altri eventi meteorologici estremi hanno una probabilità sempre maggiore di verificarsi a causa dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e della deforestazione dell’Amazzonia. Il problema, per San Paolo, sembra dunque soltanto rimandato.

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