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Siccità: 50 milioni di africani rischiano la fame

Siccità 50 milioni di africani rischiano la fame

 

(Rinnovabili.it) – Sono circa 49 milioni le persone in Africa del sud che potrebbero essere colpite da una siccità aggravata dalla più grave manifestazione del fenomeno climatico El Niño degli ultimi 35 anni. Lo afferma il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP).

L’organizzazione ha già richiamato, recentemente, i leader internazionali sui gravi problemi che già oggi riguardano 14 milioni di persone nella regione. El Niño, infatti, è la causa di una diminuzione drastica delle precipitazioni, il cui livello registrato tra ottobre e dicembre è il più basso dal 1981.

Le previsioni per gennaio-marzo, inoltre, non sono migliori: si attende una quantità di pioggia inferiore alla media dell’Africa meridionale, fatto che porterebbe inevitabilmente allo scatenarsi di una delle peggiori siccità mai registrate.

«Si stima che 40 milioni di persone che abitano in zone rurali e 9 milioni di poveri nei nuclei urbani potrebbero essere esposti», ha detto il WFP nel suo ultimo rapporto.

 

Siccità 50 milioni di africani rischiano la fame 2La siccità ha colpito gran parte della regione, tra cui la cintura del mais in Sudafrica, economia più avanzata del continente e primo produttore di questo cereale. In Lesotho, Swaziland, Zambia e Zimbabwe, gli agricoltori potrebbero essere costretti a piantare con due mesi o più di ritardo, ma questa è una seria minaccia per le rese del mais. Dopo 10 anni, la crisi ha colpito anche il Malawi, spingendo il prezzo di questo alimento alle stelle (+73% rispetto alla media del dicembre 2015). In Mozambico, i prezzi sono il 50% più alti rispetto allo scorso anno.

La situazione è pessima anche in Zimbabwe, dove il WFP dichiara che la produzione alimentare si è dimezzata rispetto allo scorso anno e il mais è il 53% più costoso. Il Paese, la settimana scorsa, ha chiesto quasi 1,6 miliardi di dollari di aiuti per evitare il tracollo del settore agricolo dopo la siccità.

Condizioni climatiche calde e secche persisteranno fino all’inizio dell’autunno nell’emisfero sud, cioè dei mesi di aprile-maggio. Si preannuncia un 2016 devastante per il continente nero, sebbene abbia contribuito in minima parte al riscaldamento globale che ora lo mette in ginocchio.

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