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Siccità in Europa: rispettare o meno 1,5°C fa un’enorme differenza

Uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters spiega che è possibile mantenere i livelli di pioggia attuali nel Mediterraneo – e quindi evitare un peggioramento delle siccità – se arriviamo rapidamente in uno scenario di stabilizzazione, cioè a emissioni nette zero. Ogni ritardo, invece, causerà un deficit di pioggia incrementale che sconteremo per almeno mezzo millennio

Siccità in Europa: rispettare o meno 1,5°C fa un’enorme differenza
Foto di Pawel Czerwinski su Unsplash

Raggiungere emissioni nette zero è fondamentale per avere meno siccità in Europa

(Rinnovabili.it) – L’aumento della temperatura globale non condanna per forza l’Europa a siccità sempre più intense e frequenti. Se riusciamo a raggiungere rapidamente emissioni nette zero, possiamo sperare di mantenere i livelli attuali di precipitazioni. Ma ogni ritardo nello stabilizzare il clima peserà – in termini di deficit di pioggia – per almeno 5 secoli. Lo afferma uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters che analizza l’evoluzione futura delle siccità in Europa nei prossimi 500 anni in funzione del momento in cui raggiungiamo net-zero (scenario di stabilizzazione).

“Il clima si è già riscaldato così tanto che un certo calo delle precipitazioni è inevitabile, ma i nostri risultati mostrano che l’ulteriore siccità estiva prevista per l’Europa potrebbe essere evitata. Arrestare l’aumento delle temperature globali riducendo le emissioni di combustibili fossili a zero significherà che il Mediterraneo non continuerà a diventare più secco”, spiega Andrea Dittus, prima firma dello studio.

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Gli autori hanno analizzato il variare delle precipitazioni sull’Europa mediterranea e su quella settentrionale attraverso 6 simulazioni basate su diversi scenari emissivi e su scala temporale lunga (5 secoli da oggi). Le proiezioni oggi più accreditate, contenute nell’ultimo rapporto dell’IPCC, parlano di un calo delle precipitazioni del -48% al 2100 rispetto all’epoca preindustriale per il bacino del Mediterraneo e del -7% per il Nord Europa, in uno scenario ad alte emissioni (SSP3-7.0). Ma gli studi su cui si basa l’IPCC non valutano le variazioni nel deficit di pioggia in uno scenario di stabilizzazione precoce o tardivo.

È un punto dirimente, spiegano gli autori, perché mostra che qualsiasi ritardo nell’arrivare a net zero ci costerà molto in termini di siccità in Europa. Gli scenari simulati nello studio, infatti, suggeriscono che la stabilizzazione del clima permette di recuperare, almeno parzialmente, una certa quota di precipitazioni. E sul lungo periodo diventa evidente la differenza tra una stabilizzazione precoce e una più in là nel tempo.

“Nel Mediterraneo, la differenza tra i diversi scenari di stabilizzazione è chiara: i cicli di riscaldamento più bassi, che iniziano con un deficit di precipitazioni minore, hanno costantemente un deficit di precipitazioni minore rispetto alle simulazioni di riscaldamento più elevato”, si legge nello studio. Perciò, “mentre il deficit di precipitazioni potrebbe essere parzialmente reversibile su tempi lunghi, il periodo di recupero è così lungo che il deficit iniziale conta ancora secoli dopo”.

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Nello scenario migliore, cioè contenendo il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5 gradi, è addirittura possibile invertire la tendenza. Si avrebbe, anche sul Mediterraneo, un ritorno al volume di precipitazioni attuale dopo qualche decennio di calo.