(Rinnovabili.it) – Circa 14 milioni di persone soffrono la fame nell’Africa meridionale a causa di una siccità devastante, resa insopportabile dal contributo di El Niño. L’allarme per la sicurezza alimentare viene dal World Food Programme delle Nazioni Unite (WFP), che ieri ha diramato un comunicato dai toni molto preoccupati.
«L’evento meteorologico globale El Niño, che sta portando una siccità ancora peggiore in tutta la regione, sta già interessando raccolto di quest’anno – fanno sapere dal WFP – A causa delle scarse o nulle precipitazioni in molte aree e di una stretta finestra temporale (già chiusa in alcuni Paesi) per la messa a dimora dei cereali, le prospettive sono allarmanti».
Il Paese più colpito è il Malawi, dove 2,8 milioni di persone, il 16% della popolazione, sono obbligati a soffrire la fame. Segue il Madagascar, in cui quasi 1,9 milioni di persone sono sulla soglia di rischio. In Zimbabwe, 1,5 milioni, oltre il 10% del totale, si trovano nella stessa situazione.
«Il numero di persone senza cibo a sufficienza potrebbe aumentare in modo significativo nei prossimi mesi – spiega l’agenzia ONU – nel momento in cui la regione si addentra maggiormente nella cosiddetta stagione magra, il periodo prima del raccolto di aprile, quando le scorte alimentari diminuiscono sempre più. Particolarmente vulnerabili sono i piccoli agricoltori, che rappresentano la maggior parte della produzione agricola».
È una spirale perversa quella della fame in Africa meridionale, dal momento che i prezzi del cibo stanno salendo a causa del calo di produzione e della minor disponibilità. Il mais, alimento fondamentale per la maggior parte della regione, costa in Malawi il 73% in più rispetto alla media degli ultimi tre anni. Gran parte del raccolto di mais del Paese è prodotto da piccoli agricoltori, spesso solo per sfamare le proprie famiglie. La stragrande maggioranza sono completamente dipendenti dalle piogge, perché non possono permettersi sistemi di irrigazione.
«Un sintomo particolarmente preoccupante della vulnerabilità del sud dell’Africa è il tasso allarmante di malnutrizione cronica – dicono gli esperti del WFP – I livelli di arresto della crescita tra i bambini in Madagascar, Malawi, Mozambico e Zambia sono tra i peggiori del mondo».
Anche il Sudafrica, principale granaio di tutta la regione, sconta gli effetti della peggiore siccità degli ultimi decenni: il 2015 è stato l’anno più secco dall’inizio delle rilevazioni, nel 1904. Le aspettative di un pessimo raccolto potrebbero costringere il Paese, secondo l’ONU, a importare fino a 6 milioni di tonnellate di mais, oltre la metà del suo fabbisogno.
L’eccezionale violenza di El Niño, fenomeno climatico che provoca un riscaldamento della temperatura superficiale dell’oceano nel Pacifico orientale e centrale ogni 5 anni circa, genera effetti a catena in tutto il mondo. L’evento in genere accentua i periodi asciutti in Africa del Sud e quelli umidi nella parte orientale del continente. Queste condizioni meteorologiche persisteranno fino all’inizio dell’autunno nell’emisfero australe, cioè i mesi di aprile-maggio.