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Shopper monouso: in Galles c’è l’autogestione!

(Rinnovabili.it) – A pochi giorni dalla dichiarazione di guerra ai sacchetti di plastica lanciata dalla città canadese di Toronoto arriva il nuovo rapporto dell’Università di Cardiff sulla situazione degli shopper di plastica in Galles. Il documento ha fatto notare che la maggior parte degli esercenti ha volontariamente eliminato l’utilizzo di sacchetti inquinanti, nonostante la nazione non abbia ancora una vera legge che ne vieta il commercio ma solo una tassa sull’acquisto.

Non acquistando più le buste incriminate i negozianti riescono a sfuggire alla tassazione imposta dal governo nell’ottobre scorso sull’acquisto di buste di plastica, pari a 5 penny, sperando che il governo, visti i mancati introiti, si decida ad approvare una vera e propria legge che vieti la commercializzazione di sacchetti monouso.

L’indagine, condotta su un significato campione di negozianti a rivelato che i rivenditori di generi alimentari hanno distribuito un numero di sacchetti inferiore del 96%, i negozi di articoli per la casa il 95% in meno, i negozi di telefonia hanno registrato un calo dell’85% e per l’abbigliamento la discesa è stata del 75%.

Dalle interviste effettuate si è anche scoperta una simpatica iniziativa dei commercianti gallesi, che hanno investito l’equivalente della tassa per i sacchetti inquinanti in progetti ambientali. A tal proposito il ministro dell’Ambiente John Griffiths ha sottolineato l’importanza del rapporto in quanto dimostrazione concreta del successo dell’eventuale legge. “Sono lieto che i dati di ricerca e dei rivenditori sostengano quello che i clienti e i rivenditori ci hanno comunicato da qualche tempo. “Il pubblico gallese si è adeguato brillantemente alla tassa e la maggioranza ora regolarmente porta con sé le sporte quando vanno a fare shopping.

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