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Shopper, l’avanzata delle sporte riutilizzabili

6 italiani su 10 preferiscono portare da casa la busta per fare la spesa piuttosto che ricorrere all’usa e getta

(Rinnovabili.it) – Borse in stoffa, nylon, juta o elasticizzate. Tutte e comunque riutilizzabili praticamente all’infinito. A loro va il consenso della maggioranza degli italiani che, vuoi per coscienza ecologica, vuoi per un fattore puramente economico, preferisce nel 60% dei casi portare da casa le proprie shopping bag. I dati sono quelli di ISPO Ricerche, l’Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione di Renato Mannheimer, che nel mese di aprile 2012 ha realizzato per conto di Assobioplastiche un’indagine focalizzata sulle abitudini degli italiani nell’uso di sporte e sacchetti per la spesa.

Dallo studio, che ha coinvolto un campione di 800 famiglie italiane, è emerso che la tendenza a portare con sé le buste è ancor più radicata se si è diretti al supermercato (80% degli intervistati), dove la spesa è generalmente pianificata. La stessa attenzione non è invece rivolta nei negozi del commercio tradizionale ed al mercato. Qui l’usa e getta rimane la scelta principale, lasciando il consumatore il compito di districarsi tra sacchetti biodegradabili e compostabili. La differenza ancora oggi sfugge a molti: solo poco più del 13% degli italiani è in grado di distinguere un sacchetto compostabile da uno che è solamente “bio” perchè non prodotto dal petrolio, ma privo di certificato secondo lo standard previsto dalla legge recentemente approvata dal Parlamento.

“I risultati di questa indagine ci confermano non solo che gli italiani si sono adeguati velocemente alle nuove norme che regolamentano l’utilizzo delle buste per asporto merci ma anche e soprattutto che hanno compreso lo spirito più profondo della legge: adottare comportamenti e stili di vita che all’usa e getta dissipativo prediligono la conservazione delle risorse, il recupero e il riciclo”, ha dichiarato Marco Versari, Presidente di Assobioplastica. “Come produttori di bioplastiche non abbiamo mai pensato che la nuova legge serva meramente a sostituire uno shopper in plastica tradizionale con uno in bioplastica ma che, invece, essa sia fondamentale nell’indirizzare i cittadini verso comportamenti ambientalmente più sostenibili”.

L’associazione ha inoltre affidato alla società di consulenza Plastic Consult, uno studio di settore per valutare i numeri reali del mercato degli shopper. Lo studio ha rilevato i volumi prodotti sono scesi da 145 mila tonnellate del 2010 a 115 mila tonnellate del 2011, segno che l’effetto della legge mirato a ridurre il numero dei sacchetti monoutilizzo ha centrato pienamente questo obiettivo e che le aziende specializzate nella produzione di sacchetti, con ricavi pari o superiori al 50% del fatturato totale, erano 25 nel 2010, salite a 27 nel 2011 (molte di esse, peraltro, associate ad Assobioplastiche).