Paletta e secchiello. Tanto basterebbe secondo l’amministrazione comunale di Valledoria per essere accusati di danno ambientale. Anche se a causarlo sono due bambini che ignari del “pericolo incombente” hanno fatto tutto quello che dei bambini farebbero in spiaggia: creare per gioco un canale che collega la parte finale del fiume, in questo caso il Coghinas, al mare. Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente a tutela del mare e delle coste italiane, che da oggi è approdata in Sardegna mette a disposizione i propri legali del Centro di Azione Giuridica a sostegno della famiglia coinvolta in questa assurda vicenda e denunciata all’autorità giudiziaria per danno ambientale.
L’amministrazione comunale di Valledoria, nonostante le numerose segnalazioni sullo problematiche della foce e dello specchio di mare antistante, nei giorni scorsi aveva semplicemente annunciato di perseguire penalmente chiunque avesse “aperto” la foce del fiume. Così ha trovato in due bambini il capro espiatorio per problemi che hanno radici ben diverse e lontane da una paletta e un secchiello, punendo i loro genitori probabilmente come monito. Legambiente, presente sul luogo con la squadra dei tecnici di Goletta Verde, è immediatamente intervenuta con un blitz sul posto.
Legambiente invita il sindaco Tore Terzitta a rimboccarsi le maniche per risolvere le criticità legate allo stato di salute del Coghinas e alle ripercussioni che questo sta avendo sull’attività turistica, importante risorsa del territorio, piuttosto che scaricare le colpe su due bambini. Se non altro sarebbe necessario esaudire le giuste richieste di cittadini del posto e non, di rendere pubblici e accessibili i risultati delle analisi che gli enti preposti svolgono periodicamente sulle acque del fiume.
“È a dir poco assurdo – ha dichiarato Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde – perseguire i genitori di due minori con l’accusa di danno ambientale per un fatto del genere. L’amministrazione dovrebbe spiegare piuttosto perché a questo fiume non è concesso arrivare al mare, cosa che dovrebbe essere del tutto naturale. Considerate le limitazioni imposte dal sindaco e la cospicua presenza di bagnanti non locali, perché non è stato ancora affisso alcun avviso in spiaggia che vieti o impedisca tali attività in prossimità della foce? A ciò si aggiunge, inoltre, che, almeno durante il blitz di Goletta Verde, non era presente alcun servizio di vigilanza per un’area a quanto pare così sensibile. Ma è ancora più grave il fatto che se realmente esiste un pericolo ambientale così grave, da dover vietare addirittura paletta e secchiello, il sindaco dovrebbe immediatamente interdire il tratto alla balneazione, specie se a questa “fragilità” si aggiunge che la foce risulta “non campionata” dagli enti preposti, come si evince dal Portale delle Acque del Ministero della Salute.”
Nei giorni precedenti l’accaduto i tecnici di Goletta Verde, recatisi alla foce per il consueto prelievo del campione da analizzare, si erano imbattuti in una situazione molto simile, assistendo all’interruzione del gioco di due bambini stranieri che tentavano la stessa impresa. Locali e turisti in diverse occasioni hanno riferito ai tecnici che l’apertura “non autorizzata” della foce è un’attività frequente dovuta ai motivi più vari: passaggio di barche e gommoni, attività sportive o di pesca e, perché no, giochi da spiaggia.