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La sesta estinzione di massa è già in atto e l’uomo è la causa

Nell'ultimo secolo è in corso un «annichilimento biologico» della fauna selvatica. In questa estinzione di massa i mammiferi terrestri hanno un tasso di perdita di popolazione estremamente elevato

estinzione di massa

 

La nuova estinzione di massa sarà quella definitiva?

 

(Rinnovabili.it) – Quando la scienza decide di utilizzare aggettivi pesanti, significa che la situazione non è più sotto controllo. Quando uno scienziato dichiara che «la situazione è diventata così brutta che non sarebbe etico non utilizzare un linguaggio forte», significa che sta andando oltre i limiti della sua disciplina spinto dalla disperazione di sapere le cose e non poterle più cambiare. Questo sta succedendo al professor Gerardo Ceballos, che insegna all’Università Nazionale Autónoma de México e ha guidato un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, in cui dichiara che la sesta estinzione di massa nella storia della Terra è già in corso, ed è più grave di quanto precedentemente temuto.

Negli ultimi decenni è in atto, sostiene Ceballos,  un «annichilimento biologico» della fauna selvatica. Gli scienziati hanno analizzato le specie comuni e rare, utilizzando dati dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) su 27.500 specie di vertebrati terrestri, scoprendo che un terzo di esse sono diminuite progressivamente. Miliardi di popolazioni regionali o locali di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi sono state perse e la causa principale è il consumo dell’uomo, specialmente delle società più ricche.

 

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Un ruolo determinante lo giocano anche altri fattori, ma il problema più grande e ancora mai affrontato seriamente, quello che potrebbe portare al collasso anche la specie umana, è la sovrappopolazione. Il numero di Homo sapiens sul pianeta potrebbe un giorno raggiungere soglie incompatibili con l’esistenza di altra vita animale.

Lo studio riporta infatti cifre da capogiro: la metà degli animali esistenti è scomparsa dal 1900 ad oggi. Quasi la metà dei mammiferi terrestri ha perso l’80% della distribuzione geografica di specie. Secondo gli scienziati «l’annichilimento biologico avrà gravi conseguenze ecologiche, economiche e sociali. L’umanità pagherà un prezzo molto alto per la decimazione dell’unico insieme di vita che conosciamo nell’universo. La fauna selvatica sta per morire a causa della distruzione degli habitat, della pesca in mare, dell’inquinamento tossico, dell’invasione di specie aliene e del cambiamento climatico. Ma la causa definitiva di tutti questi fattori è la crescita continua della popolazione e il consumo smodato».