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Serbia, l’impegno sul clima è un disastro: +15% di emissioni

La crisi ha provocato un calo di CO2 del 25%. La Serbia si impegna sul clima in un taglio del 10%. Risultato: potrà aumentare le emissioni del 15%

Serbia l’impegno sul clima è un disastro +15 di emissioni -

 

(Rinnovabili.it) – La Serbia riduce le emissioni, anzi no, le aumenta. È un gioco delle tre carte quello che il governo di Belgrado ha fatto sul clima, con l’appoggio dell’Unione Europea. L’impegno per il taglio della CO2 (INDC) prevede un –9.8% al 2030, rispetto ai valori del 1990. Il Commissario Europeo Maros Sefcovic, durante una conferenza stampa tenutasi nella capitale serba ieri, ha salutato questo obiettivo come «un passo esemplare», che avvicina lo Stato all’ingresso nell’UE. I dati ufficiali, però, dimostrano che in realtà esso darebbe luogo, da qui ai prossimi 15 anni, a un aumento delle emissioni del 15%.

 

Serbia l’impegno sul clima è un disastro +15 di emissioni _
Il Commissario Europeo Maros Sefcovic

Come è possibile? Semplice: è tutto scritto dentro un rapporto prodotto dallo stesso governo serbo per l’UNFCCC ad aprile. Vi si può leggere che, da, ’90 ad oggi, la produzione di gas serra nel Paese è scesa del 25% a causa del collasso dell’industria pesante dovuto alla chiusura dell’era comunista.

«Le emissioni di gas serra nel 2013 sono diminuite del 3,5% rispetto al 2010, e del 25,1% rispetto al 1990», dice il documento. Un taglio del 9,8% corrisponderebbe quindi, di fatto, ad un aumento del 15,3%. E potrebbe essere anche peggio: l’impegno serbo, infatti, quasi certamente escluderà dal target le emissioni delle centrali a carbone attive in Kosovo, che invece erano calcolate dai dati relativi al 1990.

 

I Commissari europei per il clima amici del carbone

La Serbia soddisfa il 70% della sua domanda energetica con il carbone, e secondo gli attivisti si appresta a sostituire gli impianti obsoleti con nuove centrali. Un’ondata di carbone che si può già intravvedere, dopo la firma di un accordo da 600 milioni di dollari firmato di recente con la Cina per la costruzione di un impianto da 350 MW a Kostolac.

Ma Sefcovic ha elogiato il governo, promettendo un forte sostegno alla sua richiesta di adesione all’Unione, i cui membri si sono impegnati a ridurre del 40% la CO2 entro il 2030: «L’UE continuerà a sostenere la Serbia su clima ed energia, così come su altri settori – ha detto Sefcovic – Il vostro successo nell’adozione dell’INDC è un passo esemplare».

Alle felicitazioni del Commissario europeo per l’Unione Energetica, si è unito quello, ancor più controverso, con delega al Clima e l’Energia: Miguel Arias Cañete. Via Twitter, Cañete ha lodato Belgrado per aver mostrato «leadership nella regione», che i suoi vicini presto seguiranno.