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Se la decarbonizzazione mondiale fallisce

(Rinnovabili.it) – Il tasso annuo di riduzione delle emissioni di carbonio per unità di PIL, necessario per limitare il riscaldamento globale ai 2 °C, ha superato una soglia critica. Lo rivela la relazione annuale di PwC sullo stato di avanzamento delle economie sviluppate ed emergenti nelle misure per ridurre la loro intensità di carbonio. Secondo il rapporto Low Carbon Economy Index, le temperature globali sono già aumentate di 0,8° C rispetto ai livelli preindustriali e ai tassi attuali di crescita delle emissioni il secolo potrebbe chiudersi con un surriscaldamento globale di almeno 6° C.

 

Gli analisti di PwC spiegano che, nonostante l’aumento di intensità delle emissioni nel 2010 sia stato invertito, con una riduzione di 0,7% a livello globale nel 2011, per limitare il riscaldamento globale a soli 2° C è necessario ora un impegno senza precedenti che porti a ridurre l’intensità globale del carbonio in media del 5,1% l’anno. Una percentuale che assume un significato ancor maggiore se si confronta con il tasso di riduzione medio applicato dal 2000 al 2011: solo lo 0,8%.

 

“A causa di questo lento avvio, l’intensità globale del carbonio necessita ora di un taglio più vigoroso di circa il 5,1 per cento l’anno da oggi al 2050”, spiegano gli autori avvertendo che “i governi e le imprese non possono più immaginare i 2 gradi di aumento della temperatura globale come lo scenario di default”. A sole quattro settimane dal vertice sul clima delle Nazioni Unite a Doha, l’analisi illustra la portata dell’impresa che si troveranno di fronte i prossimi negoziati. “La sfida è ora quella di attuare riduzioni sulla scala delle giga tonnellate in tutti i settori dell’economia, dalla produzione energetica, ai trasporti fino ai programmi di protezione forestale”.

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