Dopo due anni di moratoria arriva il divieto di fracking
(Rinnovabili.it) – Il fracking in Scozia non si farà. Il governo ha annunciato che vieterà la tecnica della fratturazione idraulica per tirare fuori dal sottosuolo gas e petrolio da scisti, le rocce impermeabili che racchiudono riserve di idrocarburi. La decisione segue la volontà di una vasta fetta dell’opinione pubblica, condensatasi in opposizioni vere e proprie nei luoghi dove avrebbero dovuto aver luogo i progetti di trivellazione.
«Abbiamo scritto oggi alle autorità locali in tutta la Scozia per informare che la moratoria rimarrà in vigore a tempo indeterminato – ha spiegato Paul Wheelhouse, ministro dell’Energia del governo regionale davanti al Parlamento di Edimburgo – Questa decisione che annuncio significa che la fratturazione idraulica non può aver luogo e che non avrà luogo in Scozia».
La decisione mette un punto a quasi tre anni di incertezze da quando, nel gennaio 2015, il governo accettò di varare la prima moratoria sul fracking.
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Secondo Wheelhouse, aprire il paese alla fratturazione idraulica sarebbe una mossa sbagliata anche perché mina le ambizioni del governo sul taglio drastico delle emissioni inquinanti, causando al contrario danni ingiustificati all’ambiente. Anche se la Scozia ha bisogno di gas naturale per il riscaldamento e per mandare avanti le sue industrie chimiche, gli economisti di KPMG hanno stimato l’estrazione non di idrocarburi non convenzionali avrebbe aumentato il PIL nazionale di appena lo 0,1%, causando in cambio il degrado ambientale dei luoghi interessati dalle perforazioni.
In una consultazione pubblica sulla materia, sono arrivate più di 65 mila risposte, circa il 65% delle quali provenienti dalla Scozia centrale, in particolare dalle zone una volta dedicate all’estrazione del carbone. Proprio su queste aree l’industria del fracking aveva messo gli occhi. Ma tra i residenti, il 99% degli intervistati ha dichiarato parere contrario.
Il divieto è stato aspramente criticato da Ineos, gruppo chimico britannico che accusa le autorità scozzesi di aver girato le spalle ad una «possibile rinascita industriale e occupazionale». Ineos importa shale gas dagli Stati Uniti, ma aveva acquisito numerose licenze di esplorazione e sfruttamento nel Nord del Regno Unito.
Gli attivisti di tutto paese hanno invece salutato con favore la decisione del governo scozzese, che rispecchia una moratoria simile approvata in Galles nel 2015, e che lascia i politici inglesi completamente isolati a sostenere gli idrocarburi non convenzionali sul suolo inglese.