(Rinnovabili.it) – Il governo scozzese ha annunciato una moratoria su tutte le licenze di autorizzazione per la ricerca di petrolio e gas non convenzionali, bloccando di fatto il fracking.
Il ministro dell’energia, Fergus Ewing, ha detto al Parlamento scozzese ieri pomeriggio che la moratoria servirà a lasciare il tempo al governo di lanciare una consultazione pubblica (prevista entro i prossimi due mesi) sulla controversa tecnica di perforazione, impiegata nell’estrazione di gas da scisti. In parallelo, Edimburgo ha deciso di commissionare una valutazione d’impatto completa che indaghi gli effetti della fratturazione idraulica sulla salute pubblica.
«Data l’importanza della materia – ha esordito Ewing tra gli applausi – non sarebbe opportuno consentire eventuali ricerche nel frattempo. Voglio quindi annunciare una moratoria sulle autorizzazioni che riguardano tutta la produzione di petrolio e gas non convenzionali, compreso il fracking». Ha poi aggiunto che il governo scozzese starebbe anche lavorando per rafforzare ulteriormente la regolamentazione ambientale.
Riconoscendo che le comunità locali dovrebbero sopportare il peso di eventuali sviluppi, Ewing ha detto che una consultazione pubblica «permetterà a tutti quelli con un’opinione di esprimersi e partecipare all’azione di governo».
Gli attivisti sono andati in brodo di giuggiole, perché vedono la moratoria governativa come un altro chiodo nella bara del gas non convenzionale e l’industria fracking scozzese. Ma non sarà facile contrastare le pretese del gigante chimico Ineos, che possiede la raffineria di Grangemouth ed ha acquisito 729 chilometri quadrati di licenze per condurre operazioni di fracking esplorative.
Con questa scelta politica, la Scozia si unisce a Francia, Irlanda, Paesi Bassi e Stato di New York, entrando in una lunga lista di Paesi che hanno deciso di fermare l’industria del gas non convenzionale.
L’opposizione pubblica al fracking ha guadagnato una grande visibilità nel Paese durante la campagna per il referendum sull’indipendenza della scorsa estate, e negli ultimi sei mesi è cresciuta molto. I gruppi di opposizione locali si sono concentrati intorno alla “cintura centrale”, area geografica in cui Ineos stava concentrando le sue attività. Un sondaggio online su Usurv ha provato a tastare il polso dell’opinione pubblica nel Regno Unito in tema di fracking, rilevando che gli scozzesi avevano maggiori probabilità di opporsi a questa pratica, con il 54% dei contrari.