Ora è possibile creare piante OGM senza l’aggiunta di DNA estraneo. Si apre un enorme buco normativo con rischi incalcolabili per la sicurezza
(Rinnovabili.it) – Saranno a tutti gli effetti degli OGM, eppure sfuggiranno alla normativa attuale e potranno finire nella nostra catena alimentare. Sarà sufficiente, per sopprimere i geni indesiderati presenti nel genoma dei vegetali, utilizzare dei solventi al posto di un batterio. È un lavoro molto controverso quello portato a termine da un team di ricercatori coreani, soprattutto per il suo scopo politico più che scientifico.
Lo studio, pubblicato su Nature, è stato condotto dalla Seoul National University, utilizzando una variante inedita di una tecnica messa a punto solo tre anni fa. Si chiama CRISPR (clustered regularly interspaced short palindromic repeats) ed è uno strumento di manipolazione del genoma dalle potenzialità mai viste. Potrebbe rivoluzionare il campo della biologia, grazie alla straordinaria precisione ed efficienza. La rapidità con cui si è diffuso questo metodo ha generato in molti scienziati preoccupazioni di carattere etico. Preoccupazioni che riguardano anche il campo degli OGM e della sicurezza alimentare.
Il trucco scientifico per legalizzare gli OGM
Nella sua versione tradizionale, CRISPR si basa su un enzima, chiamato Cas9, legato a una molecola RNA guida (contenente l’informazione di sequenza per l’editing), che gli suggerisce come modificare il DNA dell’organismo ricevente, sopprimendone alcuni geni o inserendo sequenze desiderate in punti precisi. Il sistema sta portando al tramonto dei metodi precedenti, come la nucleasi a dita di zinco, meno precisi nella manipolazione del genoma degli organismi viventi.
Fino ad oggi, il metodo CRISPR è stato applicato al genoma utilizzando un veicolo batterico, di solito l’Agrobacterium tumefaciens. Ma l’inserimento di un parassita delle piante nell’informazione genetica di un organismo ne provoca la “contaminazione” con DNA esterno (quello batterico), facendolo rientrare nella definizione di OGM.
I ricercatori coreani hanno sviluppato una tecnica per introdurre l’RNA necessario a fare l’editing senza utilizzare l’Agrobacterium: grazie a dei solventi è stato possibile assemblare la sequenza RNA guida con l’enzima Cas9 e trasferirli direttamente nella cellula ricevente. Il processo di modifica avviene comunque, sopprimendo i geni che si vogliono eliminare, ma la tecnica è diversa: non viene introdotto alcun frammento di DNA estraneo nei genomi vegetali su cui si interviene. Il processo è stato testato su tabacco, riso, lattuga e crescione.
«In termini scientifici, il nostro approccio è solo un altro miglioramento nel campo dell’editing del genoma – spiega Jin-Soo Kim, genetista della Seoul National University – Tuttavia, in termini di normative e accettazione pubblica, il metodo potrebbe essere innovativo», perché i nuovi organismi «potrebbero essere esonerati dalle norme vigenti sugli OGM».
Il problema della sicurezza
Disattivando geni specifici di grano e riso, ad esempio, i ricercatori sperano di rendere i ceppi resistenti alle malattie delle colture. Tuttavia, pur evitando la regolamentazione, i nuovi OGM non sono sicuri. I pericoli scientifici della manipolazione genetica tramite CRISPR, infatti, non dipendono dall’uso di un batterio per effettuare il processo di editing. I principali rischi associati a questo metodo sono i cosiddetti effetti off-target.
Se CRISPR agisce con efficacia sui geni selezionati dai ricercatori, talvolta ne sopprime anche altri che non erano stati presi di mira. Un fatto in grado di produrre conseguenze non intenzionali e sconosciute. Non ha senso logico che la variante sfugga alla regolamentazione vigente in tema di OGM. Questa però si concentra solo sulla natura batterica del veicolo generando un chiaro, enorme buco normativo, nel quale l’industria non vede l’ora di tuffarsi.