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Scandalo Volkswagen, l’Ue annuncia test più severi

Scandalo Volkswagen l'Ue annuncia test più severi 2

 

(Rinnovabili.it) – Sulla scia dello scandalo Volkswagen, l’Unione europea potrebbe introdurre test delle emissioni più severi per il comparto auto. Lo ha annunciato sabato il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, parlando con il Suddeutsche Zeitung.

«Le frodi vanno fermate, e dunque dobbiamo andare a fondo di questo problema», ha dichiarato Timmermans, annunciando l’intenzione dell’Unione di inasprire i controlli, aggiungendo una prova su strada i cui risultati vengano poi confrontati con quelli usciti dai laboratori.

A confermare la notizia è stato anche il ministro dell’Ambiente tedesco, Barbara Hendricks, che ha commentato: «Attualmente, a Bruxelles stiamo lavorando su nuovi metodi di misurazione trasparenti. Non possiamo fare affidamento solo sui test di laboratorio».

 

Scandalo Volkswagen l'Ue annuncia test più severi

 

Il governo sta tentando di ripristinare la fiducia negli elettori, poiché l’opinione pubblica ha saputo che l’esecutivo non poteva non essere informato dei fatti ben prima che scoppiasse lo scandalo negli Stati Uniti. Intanto l’azienda potrebbe trovarsi a dover pagare una multa di 18 miliardi di dollari se l’EPA – l’Agenzia di protezione ambientale americana – avanzerà la richiesta di risarcimento di 37.500 dollari per ogni veicolo dotato del diabolico dispositivo che “silenziava” le emissioni inquinanti in fase di test. Ma la cifra potrebbe salire nel prossimo futuro, se ad essa si aggiungeranno altre richieste di indennizzo provenienti dai numerosi Stati in cui clienti e investitori hanno avviato azioni legali a seguito della truffa. La casa automobilistica ha ammesso che 11 milioni di veicoli in tutto il mondo sono stati dotati di un software simile a quello che le ha permesso di violare per anni le prescrizioni del Clean Air Act.

A fare resistenza è però tutta l’industria dell’automotive, preoccupata che test più rigorosi possano incidere sui costi delle auto e danneggiare il mercato dei diesel. La ritrosia dei produttori aumenta i sospetti di un coinvolgimento più ampio, testimoniato dai documenti esclusivi ottenuti dal Guardian la scorsa settimana (Leggi l’articolo di Rinnovabili.it).

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