45 attivisti di Greenpeace sono entrati in azione bloccando due differenti piattaforme petrolifere che da lì a poco avrebbero cominciato le attività di perforazione nel Mar Glaciale Artico
(Rinnovabili.it) – Save the Artic non si arrende: nelle prime ore di questa mattina 45 attivisti di Greenpeace sono entrati in azione bloccando due differenti piattaforme petrolifere che da lì a poco avrebbero cominciato le attività di perforazione nel Mar Glaciale Artico; i primi ad entrare in azione sono stati 15 membri dell’equipaggio della nave “Esperanza” che hanno occupato il punto esatto in dove oggi sarebbe dovuta arrivare la piattaforma petrolifera “Transocean Spitsbergen” della compagnia norvegese Statoil. A scendere in campo sono quindi stati i 30 attivisti che hanno cercato di impedire lo spostamento della GSP Saturn, della russa Gazprom, dal porto olandese di IJmuiden verso il mare della Pečora; il gruppo è stato sgomberato dopo cinque ore e sei attivisti sono attualmente in stato di arresto.
Sia i progetti di ricerca di Gazprom e di Statoil stanno avvenendo in profondità, al limite dei ghiacci e alla riserva naturale all’interno del circolo polare artico. Commentando le due azioni di protesta, Ben Ayliffe, attivista Greenpeace International Arctic ha spiegato: “L’Artico è importante per tutti noi e proteggerlo richiede una risposta che sia davvero globale. Non possiamo permettere che un gruppo sconsiderato di compagnie petrolifere internazionali dia la caccia alle ultime gocce di petrolio man mano che il ghiaccio si scioglie. I siti web di Shell, Gazprom e Statoil potrebbero apparir ire rinnovati, ma la volontà di ignorare la realtà delle fuoriuscite di petrolio e il costo umano del cambiamento climatico è esattamente lo stesso”.
Nel frattempo, in tutto il mondo, 5,2 milioni di persone stanno difendendo l’Artico dai giganti del petrolio: unisciti a loro e #SaveTheArctic!