(Rinnovabili.it) – Ci restano dieci anni per salvare il mondo dagli effetti peggiori del cambiamento climatico. Se i leader globali hanno veramente intenzione di dar seguito all’Accordo di Parigi, lo si vedrà in questo arco temporale. È quanto sostengono otto ricercatori internazionali in un articolo su Nature, nel quale però provano anche a presentare una soluzione.
Propongono un modello per bilanciare le emissioni di anidride carbonica riducendo drasticamente la quota di energia fossile consumata e ripristinando tradizionali serbatoi di carbonio come le foreste. Ciò permetterebbe di mantenere le temperature sotto la soglia critica dei 1,5 gradi, considerata sicura per la vita sul pianeta.
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Infatti, spiegano i ricercatori, ci sono soltanto due modi per evitare un eccessivo riscaldamento globale: tagliare le emissioni con politiche ad hoc, e reintegrare i serbatoi naturali del carbonio, oggi degradati come mai prima d’ora.
Per mettere a punto la proposta, il team ha analizzato le emissioni di diversi settori: combustibili fossili, agricoltura, produzione alimentare, bioenergia e uso di suolo. Inoltre è stato calcolato l’assorbimento dei sistemi naturali che sul pianeta catturano la CO2, ricostruendo il sistema di produzione e sequestro naturale delle emissioni.
In sintesi, è emerso che entro fine secolo l’energia fossile consumata dovrà essere inferiore al 25% del totale globale, mentre in questo momento coprirebbe circa il 95% della domanda. Per consentire alle foreste di tornare a mangiarsi almeno il 42% delle emissioni globali entro il 2100, invece, va pesantemente limitata la deforestazione.
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Anche le energie rinnovabili sono considerate parte della risposta: secondo il gruppo di esperti, che ha valutato quattro possibili scenari per il settore. Il più ambizioso immagina una crescita planetaria del 5% annuo per eolico, fotovoltaico e bioenergie. In questo modo, al 2022 si raggiungerebbe il picco di emissioni. Ma anche questo percorso non riuscirebbe ad evitare un aumento della temperatura pari a 2,5 gradi se non venissero messe in campo tecnologie di cattura e sequestro del carbonio. Tuttavia, ad oggi queste sono più che altro viste come un alibi per evitare la riduzione delle emissioni e cambiare strategia di business.