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Salute, l’inquinamento atmosferico costa caro

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Una regolamentazione UE più severa sull’inquinamento atmosferico potrebbe ridurre i costi sanitari dell’80%

 

(Rinnovabili.it) – Ogni anno gli effetti dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico sulla salute dei contribuenti europei causa almeno 70 miliardi di euro di danni, con il diesel responsabile di tre quarti del danno. A rivelarlo è una ricerca, commissionata dall’European Public Health Alliance (EPHA), secondo la quale la grande maggioranza dei costi viene sostenuta dai contribuenti attraverso i servizi sanitari finanziati dal governo. Costi che in realtà potrebbero essere ridotti dell’80% entro il 2030 se venissero intraprese azioni ambiziose per limitare l’inquinamento atmosferico. Le emissioni diesel sono al centro dell’attenzione dal 2015, da quando cioè è scoppiato tutto lo scandalo Volkswagen. Si stima che almeno 38.000 persone all’anno muoiano per colpa dello smog, soprattutto per quello legato ai diesel. Alcune vetture diesel più recenti rispettano i limiti di inquinamento ufficiali, ma per l’EPHA non ci sono dubbi: per quanto si possano migliorare i filtri, il diesel rimane comunque una tecnologia di combustione del carburante. “Le alternative a emissioni zero rappresenterebbero una soluzione molto più appropriata – ha detto il policy manager dell’EPHA, Zoltán Massay-Kosubekma come difensore della salute pubblica, non posso sottolineare abbastanza l’importanza del camminare e dell’andare in bicicletta, che offre ulteriori benefici per la salute”.

 

La ricerca ha utilizzato dati reali sulle emissioni dei veicoli e sugli impatti noti sulla salute, per calcolare i costi sanitari totali per le 28 nazioni dell’UE, compreso il supporto medico, i ricoveri ospedalieri e le morti premature, ma esclusi alcuni problemi di salute legati all’inquinamento atmosferico, come il diabete e la demenza, motivo per cui si ritiene che le stime potrebbero essere ancora più grandi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 7 milioni di morti premature all’anno, mentre per altre stime, che usano modelli migliorati, le morti legate all’inquinamento atmosferico salirebbero a 9 milioni. Da qui il monito all’Unione Europea per una regolamentazione più severa sulle emissioni che, se venisse intrapresa in maniera ambiziosa, potrebbe ridurre tali costi sanitari dell’80% rispetto a oggi.

 

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Soddisfatti del rapporto gli attivisti medici, convinti che la prima preoccupazione per tutti dovrebbe essere la salute umana. “Per affrontare questa crisi della salute pubblica, i governi UE devono impegnarsi in politiche che portino a una transizione immediata dai veicoli diesel”, ha detto  Rebecca Daniels dell’organizzazione sanitaria globale Medact. A ribatterle, una portavoce dell’Associazione europea dei costruttori di automobili: “È importante distinguere tra la vecchia flotta diesel e quella di ultima generazione, che emette bassissime emissioni di NOx non solo in laboratorio, ma anche su strada. Le moderne auto diesel, supportate da politiche di rinnovo della flotta e combinate con propulsori alternativi, possono quindi svolgere un ruolo importante nell’aiutare le città a raggiungere il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria”.

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