(Rinnovabili.it) – Buste di plastica addio. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione (n. 116/2014) del Decreto Legge Competitività (n. 91/2014) sancisce la fine della commercializzazione delle buste inquinanti, che lasciano spazio ai sacchetti certificati uni en 13432:2002. Sembra un codice in segreto ma in realtà è il lasciapassare per la diffusione di borse monouso che rispettano l’ambiente perché biodegradabili e compostabili.
Riporta Assobioplastiche, Associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili, “La suddetta legge di conversione del Decreto Legge Competitività, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 192 del 20 agosto scorso, contiene una norma (art. 11, comma 2-bis) che fa scattare dallo scorso 21 agosto le sanzioni pecuniarie previste per la commercializzazione di sacchetti per la spesa in plastica, ad eccezione di quelli monouso biodegradabili e compostabili secondo la norma UNI EN 13432:2002 e, ovviamente, di quelli riutilizzabili secondo precisi requisiti di spessore”.
Commercializzare prodotti fuori legge, sia a titolo gratuito sia dietro pagamento, sarà quindi una pratica punibile con una multa che parte da 2.500 euro e arriva fino a 25mila, per ammontare a cifre superiori ai 100mila euro in caso il quantitativo di sacchetti sia ingente.
Ricordando che l’Italia è la prima ad aver vietato la diffusione dei sacchetti inquinanti Assobioplastiche ha riassunto le caratteristiche dei sacchetti non compostabili e non biodegradabili che possono però essere diffusi purché abbiano un determinato spessore. Possono infatti circolare sacchi con maniglia esterna destinati all’uso alimentare da 200 micron, sacchi con maniglia esterna non destinati all’uso alimentare da 100 micron e sacchi cosiddetti a fagiolo, cioè senza manici esterni, 100 micron se destinati all’uso alimentare, 60 micron se non destinati all’uso alimentare.