Il CoR ha chiesto all'Ue norme ancora più severe che arrivino a vietare i sacchetti di plastica entro il 2020 per la salvaguardia dell'ambiente e dei mari
(Rinnovabili.it) – Continua a far discutere la politica per la riduzione dei sacchetti di plastica in Europa, dove gli enti locali e regionali hanno criticato le proposte definendole poco ambiziose.
Con quasi 100 miliardi di sacchetti di plastica utilizzati ogni anno, i membri del Comitato delle Regioni dell’Unione europea (CoR) ha approvato una comunicazione contenente proposte di gran lunga più severe rispetto a quelle previste dalla Commissione Europea. Il Comitato, dalle mire ambiziose, chiede un divieto totale di commercializzazione dei sacchetti di plastica entro il 2020, l’UE chiede obiettivi vincolanti per tutti gli Stati membri atti a ridurre il numero di sacchetti di plastica monouso e di fissare spese obbligatorie per tutti i tipi di sacchetti distribuiti.
Secondo le stime ogni cittadino europeo consuma circa 198 sacchetti di plastica ogni anno, il 90% dei quali leggeri, con la consapevolezza generale che questo numero è davvero troppo elevato. Diverse misure sono già in atto in alcuni paesi europei, tra cui l’Italia dove i sacchetti monouso in plastica sono vietati e in Belgio, Danimarca e Irlanda che hanno adottato politiche nazionali differenti e stati dove il consumo cittadino arriva addirittura a toccare le 466 unità come in Polonia, Portogallo e Slovacchia.
Obbligando alla riduzione della distribuzione dei sacchetti monouso vietandoli entro il 2020 il Comitato punta anche a difendere la salvaguardia dell’ambiente e dei mari aumentando anche la prevenzione.
Dopo la dichiarazione il Consigliere Uk Linda Gillham ha commentato: “I rifiuti di plastica nel nostro ambiente, soprattutto nei mari, rappresentano un problema globale. L’introduzione di tariffe obbligatorie per i sacchetti di plastica è un passo avanti semplice e sensato per l’Europa. Questa misura riduce il numero dei sacchetti di plastica leggeri che troppo facilmente col vento vanno ad impigliarsi negli alberi e finiscono in mare, mentre la raccolta di fondi potrà aiutare la pulizia dell’ambiente, anche marino”.