Entro novembre 2019 la Capitale dovrà presentare il suo Piano d’azione per l’Energia sostenibile e il clima
(Rinnovabili.it) – Roma presenterà entro novembre 2019 il suo Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (Paesc), che punta quindi all’ambizioso obiettivo “no emissioni”, come sottoscritto dagli accordi siglati il 28 marzo dalla sindaca di Roma Virginia Raggi con Ispra, Gestore Servizi Energetici (Gse), Enea e Ministero della difesa (Struttura Progetto Energia – Spe).
Cos’è il Paesc? – La presentazione del Paesc è il passo successivo dopo l’adesione formale di Roma al Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia, avvenuta nel novembre 2017. Si tratta dell’iniziativa europea che coinvolge le città nella lotta al cambiamento climatico e in base alla quale Roma si è assunta l’impegno di ridurre le emissioni climalteranti del proprio territorio di almeno il 40% entro il 2030. I tre accordi siglati per il Paesc prenderanno la forma di collaborazioni di carattere tecnico-scientifico con lo scopo di potenziare le fonti energetiche rinnovabili, puntare sull’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas serra. Tra i settori interessati dalle Linee Guida europee del Patto dei Sindaci per l’analisi dei consumi energetici si dovrà lavorare su mobilità, il residenziale, gli impianti e le infrastrutture comunali ma anche sul settore dei rifiuti e delle aree verdi.
I tre accordi siglati – Nel dettaglio, il primo accordo, firmato tra Roma Capitale, Enea e Gestore servizi energetici (Gse) prevede l’analisi del precedente Paes (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile), per valutare quali parti possano essere mantenute e quali azioni debbano essere inserite nel nuovo Paesc nel campo delle rinnovabili e del risparmio energetico. Il secondo accordo, siglato tra Roma Capitale e Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), prevede l’aggiornamento dell’inventario delle emissioni di gas clima alteranti e l’analisi dei dati. Infine, il terzo accordo vede Roma Capitale e la Struttura di progetto energia (Spe) del ministero della Difesa, impegnate nella condivisione delle best practice nella gestione del ciclo dei rifiuti, nel monitoraggio delle emissioni di CO2 negli uffici ed edifici del ministero, e nell’individuazione di progetti che possano avere impatto positivo su traffico veicolare e trasporto pubblico, in particolare legato agli spostamenti del personale del ministero.
Finalità del Paesc – “L’impegno della città di Roma prevede la riduzione delle emissioni di gas climalteranti del proprio territorio di almeno il 40% entro il 2030 – ha spiegato la sindaca di Roma Virginia Raggi – I settori chiave sui quali puntiamo l’attenzione per ridurre le emissioni di gas serra sono la mobilità, le infrastrutture, gli edifici e gli impianti, oltre ad una nuova gestione dei rifiuti (materiali post-consumo) che prevede una continua riduzione verso l’obiettivo ‘Rifiuti Zero’. Durante il C40 a Città del Messico ho annunciato lo stop dei veicoli privati alimentati a diesel nel centro storico di Roma a partire dal 2024”, ha continuato la Sindaca di Roma.
Il presidente dell’Enea Federico Testa ha sottolineato che “la riqualificazione sostenibile degli immobili è un’opportunità straordinaria un grande giacimento di risparmio, tenuto conto che i consumi degli immobili della PA sono ancora tra i più elevati rispetto alla media nazionale”, mentre il Direttore della Struttura di Progetto Energia (Spe) del Ministero della Difesa, Gen.Francesco Noto ha affermato che: “la presenza a Roma degli apparati centrali della Difesa rappresenta un’occasione per promuovere lo sviluppo sostenibile, quale componente essenziale della Strategia Energetica della Difesa (SED), attraverso il rapporto con le aree urbane che ospitano gli assetti militari di vertice, rapporto che sarà replicato in altre aree urbane del Paese”. Infine il presidente dell’Ispra Stefano Laporta ha puntualizzato come gli accordi siano “un ulteriore passo avanti per la tutela dell’ambiente e in direzione di uno sviluppo sostenibile, soprattutto per quanto attiene alle emissioni di gas climalteranti”.