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Ritardi ingiustificati sui rifiuti radioattivi, l’Italia rischia una multa

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(Rinnovabili.it) – L’Italia sotto infrazione europea per aver inviato in ritardo il piano di gestione dei rifiuti radioattivi. Il nostro Paese è stato messo in mora (primo stadio della procedura) dalla Direzione generale Energia dell’esecutivo comunitario. Infatti, il governo Renzi avrebbe già dovuto pubblicare la mappa delle aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale delle scorie nucleari e inviarla a Bruxelles lo scorso agosto.

Questo piano deve infatti passare per una consultazione pubblica e una valutazione ambientale strategica, ma Palazzo Chigi ha troppa paura delle contestazioni. Soprattutto adesso, che siamo in piena campagna elettorale per le amministrative. Con tutta probabilità, il piano, tenuto nel cassetto dal Ministero dell’Ambiente per quasi un anno di troppo, verrà tirato fuori dopo il 5-6 giugno. Magari ad agosto, quando gli italiani saranno sotto l’ombrellone.

L’obbligo di presentare alla Commissione europea il programma nazionale deriva da una direttiva del 2011 (Euratom), che ha il fine di avviare a gestione sicura il combustibile esaurito e gli altri rifiuti radioattivi (ad esempio quelli prodotti dal settore medico).

 

Ritardi ingiustificati sui rifiuti radioattivi l'Italia rischia una multaIl ritardo italiano non è l’unico aspetto che ha portato Bruxelles ad aprire la procedura di infrazione: la Commissione nutrirebbe anche delle perplessità sul testo. Non essendo ancora stato reso pubblico, tuttavia, non è chiaro intorno a cosa si condensino i dubbi europei.

In ogni caso, non è una sorpresa che l’Italia sia finita ai ferri corti con l’Ue sul nucleare: il presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Alessandro Bratti, ricorda all’Ansa che «avevamo più volte denunciato i gravi ritardi accumulati dal nostro Paese nel percorso di gestione delle scorie radioattive. Come è noto, la pubblicazione della mappa con i possibili siti per il deposito avrebbe dovuto essere pubblicata alla fine di questa estate ma, ad oggi, si attende ancora il nulla osta per la sua pubblicazione da parte del ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Solo dopo potrà iniziare l’iter che dovrebbe portare, nel giro di otto anni, alla realizzazione del deposito».

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