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La crisi invisibile dell’acqua: cala la qualità delle risorse idriche

La Banca mondiale lancia un nuovo allarme: il deterioramento della qualità idrica in tutto il mondo sta riducendo il potenziale economico delle aree più inquinate

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Credit: yogendras31 – Pixabay License

La mancanza di risorse idriche pulite è in grado di limitare la crescita economica di un terzo 

(Rinnovabili.it) – Esiste una crisi “invisibile” che riguarda le risorse idriche a livello mondiale, che cresce di pari passo con i problemi sulla loro disponibilità: la qualità dell’acqua sta progressivamente peggiorando. E i suoi impatti sono più ampi, profondi e imprevedibili di quanto si pensasse in precedenza. A dare l’allarme è oggi la Banca Mondiale in un nuovo studio dal titolo Quality Unknown: The Invisible Water Crisis” (documento in inglese). Il rapporto getta nuova luce sui modi in cui il processo di deterioramento sta avvenendo, utilizzando il più grande database mondiale sulla qualità dell’oro blu, realizzato grazie a una vasta rete di stazioni di monitoraggio, sensori remoti e strumenti di apprendimento automatico.

 

“Mentre finora gran parte dell’attenzione si è concentrata sulla quantità d’acqua, la qualità dell’acqua è riuscita ad attirare molta meno considerazione”, spiega l’istituto in una nota stampa. Oggi sappiamo che un quarto della popolazione mondiale vive in regioni a rischio “estremamente alto” di esaurimento idrico (dati del centro studi americano World Resources Institute), territori dove anche un breve periodo siccitoso può avere conseguenze disastrose. Ma anche lì dove le risorse idriche non mancano, il livello di guardia va mantenuto elevato prestando attenzione anche a quelli che la banca chiama i “pericoli nascosti”. Un cocktail tossico di batteri, reflui fognari, sostanze chimiche e plastica sta avvenendo i  principali copri idrici del Pianeta con un impatto diretto sulla salute umana, sula produzione alimentare e, soprattutto, sul progresso economico.

 

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Lo studio ha messo in relazione la domanda di ossigeno biologico – una misura della quantità di inquinamento organico presente nell’acqua – con la crescita del prodotto interno lordo, rivelando come una cattiva qualità delle risorse idriche possa ridurre di un terzo la crescita del PIL.

Nei paesi a medio reddito – dove la domanda di ossigeno biologico rappresenta un problema crescente a causa della maggiore attività industriale – il calo può arrivare fino al 50%.

 

Un contributo chiave alla scarsa qualità arriva dall’azoto, che, usato come fertilizzante in agricoltura, è destinato ad contaminare fiumi, laghi e oceani dando origine a pericolosi nitrati. Il rapporto rileva anche come all’aumentare della salinità nell’acqua e nel suolo – a causa di siccità più intense, mareggiate e aumento dell’attività di prelievo – i raccolti agricoli diminuiscano: a causa di questo problema, ogni anno il Pianeta perde risorse alimentari potenzialmente in grado di nutrire 170 milioni di persone. “Il deterioramento della qualità idrica sta bloccando la crescita economica, peggiorando le condizioni di salute, riducendo la produzione alimentare ed esacerbando la povertà in molti paesi“, ha affermato David Malpass, presidente del Gruppo della Banca mondiale. “I governi devono adottare misure urgenti per aiutare a combattere l’inquinamento idrico in modo che i Paesi possano crescere più rapidamente in modo equo e sostenibile dal punto di vista ambientale”.

 

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