(Rinnovabili.it) – L’Onu ha pubblicato un nuovo rapporto che mette sull’attenti tutto il Pianeta. Il costo dei metalli, e in generale delle risorse come gomma ed energia, è destinato ad aumentare notevolmente e ad inasprire la crisi delle imprese che ne deriva. Per questo il documento Onu ricorda che il prezzo dei metalli, salito del 176% dal 2000, è destinato a subire una ulteriore impennata così come quelli della gomma, aumentatati del 350% e dell’energia, che hanno registrato un +260%.
Il rapporto dell’United Nations Environment Programme, redatto anche grazie alla collaborazione del panel Resource International (IRP) sostiene che questa tendenza di aumento dei costi è potenzialmente invalidante così come “gli attuali modelli di sviluppo stanno portando verso l’esaurimento delle risorse non rinnovabili a livello mondiale”.
Inoltre il rapporto, che si intitola Decoupling 2: Technologies, Opportunities and Policy Options, ha specificato che la attuale scarsità delle risorse sta portando alla volatilità dei prezzi dei prodotti chiave così come per i prodotti alimentari.
Il sottosegretario generale dell’ONU e direttore esecutivo dell’UNEP Achim Steiner ha ribadito la necessità di un’azione immediata, necessaria per affrontare la situazione e bloccare la crescita dei prezzi.
“L’utilizzo mondiale di risorse naturali ha accelerato l’estrazione annuale di materiali, cresciuto di un fattore otto nel 20esimo secolo causando gravi danni ambientali e avvicinandoci all’esaurimento delle risorse naturali”, ha detto in una dichiarazione Steiner. “Questa pericolosa esplosione della domanda è destinata ad accelerare a causa della crescita della popolazione e l’aumento dei redditi”, ha concluso.
Una soluzione alle criticità esposte, suggerisce il documento, potrebbe essere rappresentata da un maggiore impegno delle aziende nei confronti dell’ambiente e del riciclo e riuso dei materiali. Si afferma infatti la maggior parte dei sistemi di produzione sono attualmente in grado di migliorare la propria efficienza nel consumo delle risorse di una percentuale compresa tra 50 e 80% sostituendo le vecchie tecnologie e del 60-80% migliorando l’efficienza energetica e l’utilizzo dell’acqua in settori quali l’edilizia, l’agricoltura, l’ospitalità, l’industria e i trasporti.
Per dare maggiore forza alle affermazioni elencate nel rapporto l’Onu ha presentato una serie di casi studio nei quali i diversi settori sono riusciti a ridurre i costi operativi migliorando l’efficienza energetica.
“I miglioramenti nella produttività delle risorse rappresentano un elemento vitale di una transizione verso un’economia verde che aiuterà un miliardo di persone ad uscire dalla povertà e a gestire le risorse naturali necessarie per il benessere di nove miliardi di persone entro il 2050”, ha detto Steiner. “Ciò richiede un ripensamento urgente delle pratiche attuali, sostenuto da un massiccio investimento nell’innovazione tecnologica, finanziaria e sociale.”
Il rapporto ha aggiunto che i governi devono agire per rimuovere alcuni degli ostacoli all’adozione di tecnologie efficienti nell’uso delle risorse e modelli di business.