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Il rischio climatico in Europa può diventare “catastrofico”: studio dell’EEA

Rischio climatico Europa: senza interventi urgenti sarà “catastrofico”

Foto di Anthony Cantin su Unsplash

Rischio climatico Europa: senza interventi urgenti sarà “catastrofico”
Foto di Anthony Cantin su Unsplash

La prima valutazione complessiva del rischio climatico in Europa

(Rinnovabili.it) – L’Europa non è pronta per affrontare la rapida evoluzione dell’impatto del cambiamento climatico. È il continente dove il riscaldamento globale corre più veloce e continua ad accelerare. Febbraio si è chiuso con +3,3°C sulla media degli ultimi 30 anni e l’inverno con +1,44°C. Senza interventi “urgenti” e “decisivi”, il rischio climatico in Europa – già a livello critico – potrebbe diventare “catastrofico”.

È questo giudizio netto che l’Agenzia UE per la protezione dell’ambiente (EEA) consegna alla prima edizione dell’European climate risk assessment (EUCRA), il rapporto in cui monitora l’impatto del rischio climatico in Europa nelle sue diverse declinazioni, accompagnandolo con una valutazione sulle azioni prioritarie per evitare gli effetti peggiori del climate change.

Rischi climatici multipli per l’Europa meridionale

Dal rapporto emerge una sfida trasversale e davvero cruciale: in tutta Europa, le politiche e gli interventi di adattamento non tengono il ritmo con la rapida evoluzione dei rischi climatici. “L’Europa si trova di fronte a rischi climatici urgenti che si acuiscono più rapidamente di quanto le nostre società riescano a prepararsi”, sottolinea Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’EEA. Perché in molti casi un adattamento incrementale non sarà sufficiente.

E bisogna partire subito, perché la maggior parte delle politiche di adattamento richiedono tempo prima di mostrare risultati apprezzabili. Solo in questo modo l’UE riuscirà a intervenire prima che molti di rischi climatici raggiungano una soglia critica. Senza contare che alcune regioni devono affrontare rischi climatici multipli.

“L’Europa meridionale è particolarmente a rischio a causa degli incendi boschivi nonché degli effetti delle ondate di calore e della scarsità di acqua sulla produzione agricola, sul lavoro all’aria aperta e sulla salute umana. Le inondazioni, l’erosione e l’infiltrazione di acqua salata minacciano le regioni costiere europee a bassa quota, comprese molte città densamente popolate”, sottolinea il rapporto.

Priorità per mitigare il rischio climatico in Europa

Tra i 36 principali aspetti del rischio climatico in Europa, l’EEA segnala che oltre la metà sono già in fase critica. Ma 8 sono quelli su cui si dovrebbero concentrare le priorità della politica. Gli ecosistemi marini e costieri sono decisivi: un ulteriore loro degrado avrebbe effetti a cascata su produzione alimentare, salute, infrastrutture ed economia.

E proprio alla sicurezza alimentare è legato il 2° rischio da trattare con più urgenza. Il caldo eccessivo e le siccità minacciano ormai non solo l’Europa mediterranea ma anche quella centrale. Una delle soluzioni proposte dall’EEA – che ricalca in questo le raccomandazioni dei rapporti dell’IPCC – consiste in un passaggio, anche parziale, dalle proteine di origine animale a quelle di origine vegetale ottenute da piante coltivate in modo sostenibile” per ridurre il consumo di acqua in agricoltura e la dipendenza da mangimi importati.

Contro le ondate di calore bisogna aggiungere un livello sanitario a politiche sociali che oggi ne sono prive, come la pianificazione urbana, le normative edilizie e quelle sul lavoro. Bisogna poi rendere più resilienti le infrastrutture, preparandosi non solo contro le alluvioni – su cui l’Europa è a buon punto – ma anche contro l’aumento del livello dei mari e cambiamenti dei modelli evolutivi delle perturbazioni. L’EEA chiude la lista delle priorità principali con la finanza: ripensare il modello delle assicurazioni – con i premi che rischiano di gonfiare e diventare insostenibili, come peraltro già accade in altre zone particolarmente esposte al rischio climatico, ad esempio Florida e California. Questo scenario farebbe diventare ancora più vulnerabili le famiglie a basso reddito. Mentre le svalutazioni delle proprietà a causa del climate change possono rendere più fragili i mutui.

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