(Rinnovabili.it) – Pubblicati i risultati dell’indagine sui rischi sanitari associati alla centra nucleare di Fukushima Daiichi. L’impianto è stato al centro di una valutazione di esperti internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha indagato la pericolosità, in termini di rischio cancerogeno, per i giapponesi e il resto del mondo in seguito all’incidente all’impianto nel 2011.
Il rapporto dell’OMS esclude in generale un alto rischio all’interno e all’esterno della nazione nipponica se non si tiene conto tuttavia della prefettura stessa di Fukushima. Qui, infatti, la relazione indica un più alto pericolo di tumori, soprattutto fra le donne. Secondo gli esperti per la popolazione di sesso femminile esposta alle radiazioni in età infantile il rischio di tumore della tiroide sarebbe pari all’1,25%, 0,50 punti percentuali in più rispetto al dato statistico nella norma. Segnalato anche un possibile aumento dei casi di tumori al seno per le donne esposte in età infantile e di leucemia tra gli uomini esposti alle radiazioni da bambini, ma in misura inferiore rispetto al cancro della tiroide.
“La preoccupazione principale identificata in questa relazione è legata al rischio di tumori specifici, collegati a determinati luoghi”, spiega Maria Neira, direttrice dell’ufficio per la salute pubblica e l’ambiente dell’Organizzazione. “L’analisi dei dati, in base all’età, al sesso e alla vicinanza alla centrale nucleare, mostra un rischio di cancro più elevato per chi abita le zone più contaminate. Fuori da queste aree – anche in ambienti interni prefettura di Fukushima – non è stato osservabile nessun aumento nell’incidenza del cancro”. Lo studio conclude che per la popolazione in generale all’interno del Giappone si prevede un rischio basso, mentre si stima che per un terzo dei soccorritori aumenti la probabilità di ammalarsi.