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Il riscaldamento oceanico mette il turbo: record nel 2018

riscaldamento oceanico

 

Senza misure di contrasto il riscaldamento oceanico si moltiplicherà per sei entro la fine del secolo

(Rinnovabili.it) – Il riscaldamento oceanico è stato sottostimato e i trend a breve termine sono tutti in rialzo. Dopo la ricerca dell‘Università di Oxford sulla quantità di energia termica immagazzinata in mari e oceani (leggi anche Surriscaldamento dei mari equivalente a una bomba atomica al secondo), un nuovo studio punta i riflettori sul global warming marino e sulla velocità con cui il problema stia crescendo.

Come spesso accade nella scienza climatica, più si fanno precise e puntuali le misurazioni, più è facile inquadrare il problema in nuove dimensione emergenziali. E secondo l’articolo pubblicato sulla rivista Science dal fisico Lijing Cheng e colleghi, il pianeta si trova ora di fonte una situazione poco rassicurate.

 

Il testo parte con una domanda che fa da titolo stesso alla ricerca “Quanto velocemente si riscaldano gli oceani?” Una risposta puntuale oggi è possibile grazie ad Argo, un sistema di osservazione oceanica costituito da rete di 3.900 galleggianti di profilazione autonomi, in funzione dal 2010. I dati che emergono dal sistema, unitamente ad un miglioramento della qualità delle vecchie informazioni marine, mostrano come il trend di aumento delle temperature sia più elevato rispetto quanto calcolato dall’ultima valutazione ONU sui cambiamenti climatici nel 2013. E “le registrazioni osservazionali del contenuto di calore mostrano che il riscaldamento oceanico sta accelerando”, gli autori.  Il 2018 sarà probabilmente l’anno più caldo per gli oceani, dopo il record del 2017. Da sottolineare che per la temperatura superficiale media mondiale l’annus horribilis è stato invece il 2016, in parte a causa degli effetti di El Niño.

 

>>leggi anche Rapporto sul clima: temperatura media in aumento e CO2 a livelli record<<

 

Nel complesso, le temperature nell’oceano fino a 2000 metri sono aumentate di circa 0,1 gradi Celsius (0,18F) dal 1971-2010. La valutazione delle Nazioni Unite del 2013 ha stimato tassi più lenti di assorbimento di calore, ma non ha fornito un numero paragonabile. Se non dovessero essere intraprese serie azione di contrasto, gli scienziati stimano che le acque sopra i 2000 metri di profondità si scalderanno di 2000 ZetaJoules entro il 2081-2100, cifra di circa 6 volte più elevata di quella registrata negli ultimi 60 anni.

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