(Rinnovabili.it) – Le temperature degli oceani sono aumentate il 13% più velocemente del previsto. E il riscaldamento globale che colpisce la grandi masse d’acqua del globo segue una tendenza in piena accelerazione. Il tasso di riscaldamento infatti è più che raddoppiato tra il 1960 e il 1992, e dagli anni ’90 i suoi effetti hanno iniziato a farsi sentire anche a profondità maggiori di 700 metri.
È quanto afferma uno studio – appena pubblicato sulla rivista Science Advances – che ha proceduto a una revisione di tutti i dati disponibili sulle temperature degli oceani tra la fine degli anni ’50 e il 2015. Il paper si concentra su uno degli aspetti più importanti, e allo stesso tempo più controversi, della misurazione del riscaldamento globale: gli oceani. Sotto scrutinio finiscono le tecniche di rilevazione delle temperature, sia a livello pratico (boe, navi) sia per quanto riguarda i modelli di riferimento applicati e le profondità alle quali vengono prese le temperature. Una ricerca che cerca di fare ordine in un ambito di primaria importanza per comprendere l’andamento del clima, visto che il 90% del calore accumulato dalla Terra viene intrappolato dagli oceani.
Dal 2005 le rilevazioni sono effettuate dal sistema Argo, circa 3.500 boe sparse in modo uniforme nei vari oceani, in grado di immergersi e ritornare in superficie in autonomia e inviare i dati via satellite. Prima di quella data, il riscaldamento degli oceani era misurato da batitermografi lungo le principali tratte navali, concentrate soprattutto nell’emisfero nord. I dati pre-2005, quindi, sono poco affidabili per gli standard attuali e non restituiscono una fotografia completa, lasciando enormi buchi nell’emisfero australe. Lo sforzo del team di ricercatori è consistito nell’elaborare un modello in grado di riempire quei buchi con un elevato grado di probabilità.
E il risultato di questa revisione è che l’aumento delle temperature degli oceani è stato più rapido di quanto si pensava in precedenza. Un risultato importante, perché conoscere con precisione come l’oceano si è riscaldato e come il calore si è diffuso più in profondità permette di corroborare teorie e modelli predittivi del clima che si basano sui cambiamenti climatici di origine antropica.